Gli spostamenti tra regioni dal primo giugno

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-13

Di sicuro la mano del governo da lunedì dovrebbe notarsi di meno, lasciando un ampio margine discrezionale ai governatori. Ma partendo appunto dal responso atteso per giovedì sui possibili nuovi contagiati nei primi giorni della fase 2

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L’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 non è finita ma nel governo c’è chi pensa di poter dare l’ok agli spostamenti tra regioni a partire dal primo giugno. E se da lunedì 18 maggio sarà possibile visitare gli amici e andare al ristorante, e probabilmente andrà in pensione anche l’autocertificazione, il ministero della Salute guidato da Roberto Speranza è ancora per la linea dura e vorrebbe bloccare tutto.

Gli spostamenti tra regioni dal primo giugno

Il Messaggero oggi spiega che dal Viminale, invece, sembra emergere un approccio molto più soft. Volto a eliminare gran parte delle restrizioni. In modo che scompaia del tutto l’autocertificazione, visto che dal 4 i controlli sui motivi per cui si esce da casa sono diventati ormai sterili. Su questo fronte c’è anche Italia viva di Renzi che chiede lo stop a questo tipo di documento protagonista, nelle mille versioni cambiate, della fase 1.

Dal Pd c’è emergenza un’altra posizione ancora. «E’ inutile parlare di spostamenti, congiunti e amici fino a quando non ci saranno i nuovi dati sulla fase 2 iniziata il 4 maggio, prima di quel momento è un dibattito senza senso», spiegano infatti dal Nazareno. Il M5S, invece, sembra estraneo dal dibattito. Eccetto Stefano Patuanelli, impegnato a spingere sulle riaperture e a convincere le imprese in rivolta per i protocolli troppo rigidi, il resto dei big grillini è impegnato in una guerra di posizione all’interno della maggioranza. A partire da Luigi Di Maio, sempre più in campo nel ruolo di leader complice la reggenza di Vito Crimi.

I grillini sembrano poco interessati a ciò che accadrà da lunedì prossimo anche perché non hanno nemmeno un presidente di Regione. Tutti i governatori, di destra e di sinistra, in questa fase spingono per ripartire e riaprire il più possibile. A partire dai collegamenti extraregionali. «Bisogna far ripartire l’economia», dicono un po’ tutti. Come racconta Marco Marsilio, presidente dell’Abruzzo in quota Fdi, «nelle nostre casse, a causa della sospensione dei tributi, mancano 5 miliardi di euro». E intanto la cassa integrazione in deroga continua a non essere erogata.

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Emergenza Coronavirus: i numeri del 12 maggio 2020 (Il Messaggero, 13 maggio 2020)

Ancora non è stato deciso nemmeno come sarà il nuovo Dpcm che entrerà in vigore da lunedì prossimo. Sulla carta – ma il dibattito è più aperto che mai – dovrebbe intervenire sugli spostamenti tra regioni, revocare lo stop alle attività commerciali, confermare la sospensione dei grandi eventi in virtù del permanente divieto di assembramenti. Ma le materie da disciplinare sono tante. A partire, per esempio, dalla possibilità di incontrare e andare a trovare a casa gli amici. Il via libera a un’ipotesi del genere, che sembra non dispiacere al ministero dell’Interno, renderebbe inutile o quasi l’autocertificazione. Che a quel punto potrebbe rimanere solo per gli spostamenti tra regioni.

Di sicuro la mano del governo da lunedì dovrebbe notarsi di meno, lasciando un ampio margine discrezionale ai governatori. Ma partendo appunto dal responso atteso per giovedì sui possibili nuovi contagiati nei primi giorni della fase 2.

Leggi anche: Dal 18 maggio l’autocertificazione non serve più

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