Fare il sindaco? Ma quale “pesos”. Quasi il 30 percento dei neo eletti in Spagna si è alzato lo stipendio nel primo mese

di Armando Michel Patacchiola

Pubblicato il 2019-07-18

Lo fa in media poco meno di un sindaco su tre delle grandi città (il 28.4 percento), ossia 23 amministratori su 90. L’aumento va dal 2.5 percento che si è riconosciuto Joan Ribò, neo sindaco di Valencia, ad aumenti ben più corposi e a doppia cifra

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Generalmente il primo periodo dopo un’elezione rappresenta la luna di miele tra cittadini e amministratori. Mesi in cui si mette in pratica quanto promesso durante la campagna elettorale: nuovi lampioni, più sicurezza, tasse più basse. Ma in Spagna, uno dei Paesi che sta lasciando più velocemente la crisi del 2008, e che oggi rappresenta una delle economie che più crescono tra le grandi potenze continentali grazie a una variazione sul Prodotto Interno Lordo (Pil) positiva del 3 percento nei tre anni dal 2015 e 2017, e del 2.6 percento l’anno scorso, già si pensa all’incasso. Forse proprio pensando ai numeri incoraggianti dell’economia iberica. Lo fa in media poco meno di un sindaco su tre delle grandi città (il 28.4 percento), ossia 23 amministratori su 90. L’aumento va dal 2.5 percento che si è riconosciuto Joan Ribò, neo sindaco di Valencia, ad aumenti ben più corposi e a doppia cifra.

Fare il sindaco? Ma quale “pesos”. Quasi il 30 percento dei neo eletti in Spagna si è alzato lo stipendio nel primo mese

A riportare questa tendenza è “El Confidencial” che ha condotto uno studio che evidenzia questo comportamento su buona parte dei primi cittadini delle città con almeno 100 mila abitanti. Il caso più discutibile di tutti è quello di Ines Rey Garcia, alcadesa di La Coruña, in Galizia, nel nord della Spagna, una regione ritenuta una storica roccaforte della destra spagnola, il cui cuore economico, lo scorso giugno, è finito al Partito Socialista (Psoe). Una delle prime attività della sindaca Rey è stato proprio di adeguare il proprio stipendio, incrementandolo del 72.5 percento (da 40 mila a 69 mila euro). In effetti il suo salario era tra i più bassi, ma non era un caso, perché frutto di una precisa scelta del suo predecessore, voluta per alleviare gli effetti della crisi economica, ma anche per dare il buon esempio. La Coruña è tra le prime 15 città più ricche della Spagna, con una rendita media che va tra i 20 mila ai 24 mila euro.Nei dati divulgati da “El Confidencial” emerge la propensione più tra i nuovi sindaci socialisti che quelli degli altri schieramenti. Infatti ben otto tra i primi dieci nella classifica dei sindaci che di più hanno incrementato i loro guadagni sono sostenuti dal partito del premier ad interim Pedro Sanchez. In totale tra i sindaci che si sono aumentati lo stipendio, 14 su 23 sono del Psoe, il partito che alle amministrative dello scorso 26 maggio ha stracciato i propri avversari eleggendo ben 39 nuovi amministratori.

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Tra gli amministratori del Partito Popolare (PP) c’è Francisco de la Torre, da venti anni sindaco di Malaga. De la Torre è affiliato al Partito Popolare, quello che dal 1995 governa la città andalusa e che a livello nazionale è stato falcidiato dal caso Gürtel, la tangentopoli spagnola. Malaga è classificata come una delle prime venticinque città più ricche del paese, secondo i dati diffusi dall’Agenzia tributaria. Nei suoi primi interventi da sindaco de la Torre ha portato il suo stipendio a quasi 80 mila euro annui, incrementandolo del 22.7 percento, ma va precisato che quanto percepito era già in linea con la media dei colleghi delle altre grandi città spagnole (circa 65 mila euro l’anno). Tra le fila del PP si sono registrati solo due casi di questo tipo sui 15 sindaci eletti. Colto sul fatto anche Hector Suarez, sindaco di Telde, nelle isole Canarie, l’arcipelago al largo delle coste africane che da sempre soffre uno dei tassi di povertà più alti della Spagna (32.1 percento). Suarez è stato eletto tra le fila di Ciudadanos, i centristi liberal europeisti, e ha portato la sua busta paga da poco più di 52 mila euro a circa 63 mila. Chiude questa speciale classifica degli amministratori che alla prima occassione battono cassa il sindaco di Valencia Joan Ribò, che nonostante il tanto tempestivo quanto esiguo aumento (2.5 percento) percepirà ben 84.668 euro l’anno. Va fatta invece una speciale menzione per i tre sindaci, il catalano Miquel Pueyo alcalde di Lleida (ERC), Yeray Gutiérrez (Psoe) primo cittadino di San Cristóbal de La Laguna, vicino Tenerife, nelle isole Canarie, e Natalia de Andrés (Psoe) amministratore di Alcorcón, comune nell’area metropolitana di Madrid, che si sono diminuiti il compenso rispettivamente del 4, del 7 e del 10 percento. Si tratta di 3 casi su 81. Ma come si dice: anche la democrazia ha il suo costo.ù

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