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Sondaggi, il voto a luglio premia… l’astensione

neXtQuotidiano 30/05/2018

Il 54% confermerebbe il voto di marzo, il 10% si asterrebbe, il 22% non sa ancora e il 14% cambierebbe dopo l’ultima volta. Il 25% degli elettori PD e M5S orientati a cambiare partito

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Il voto a luglio premia l’astensione e per i sondaggisti non ci guadagna nessuno. Mentre riprende vigore l’ipotesi di governo Lega-M5S, le forze politiche hanno indicato informalmente a Sergio Mattarella la data del 29 luglio come quella più giusta per portare il paese alle urne; le prime alternative sarebbero i due week end successivi, ovvero in pieno agosto. Ce n’è abbastanza per parlare di voto balneare e di interrogarsi sugli effetti che il giorno scelto per le elezioni potrebbe avere una data così irrituale. Secondo Enzo Risso di SWG, interpellato oggi dal Messaggero, il primo effetto visibile del voto a luglio sarebbe l’aumento dell’astensione, con numeri davvero clamorosi: +10%. Carlo Buttaroni di Tecné stima un aumento delle astensioni nelle classi altissime e in quelle più basse, con percentuali che vanno dal 2 all’8%. Antonio Noto di Noto Sondaggi invece ritiene che sia troppo ampia la stima del 10% e ritiene che non saranno le vacanze estive a influenzare l’affluenza ma semmai la disaffezione della gente nei confronti della politica.

sondaggi voto luglio

La supermedia dei sondaggi (Il Messaggero, 30 maggio 2018)

Per Risso alle elezioni il 54% confermerebbe il voto di marzo, il 10% si asterrebbe, il 22% non sa ancora e il 14% cambierebbe dopo l’ultima volta. Il 91% degli elettori leghisti confermerebbe il suo voto, quelli di PD e M5S riconfermerebbero il voto al 75%, solo il 55% tornerebbe a scegliere Forza Italia.

Leggi sull’argomento: Come è ri-nata la Trattativa per il governo Lega-M5S

 

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