La sconfitta di Salvini sul Copasir

Il caso Savoini sega le ambizioni del leader della Lega. Urso al suo posto?

Matteo Salvini non andrà al Copasir. La presidenza del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti era tra i suoi desideri dopo l’addio al ministero dell’Interno ma, spiega oggi Francesco Bei sulla Stampa, rimarrà tale. E questo perché è inopportuno che il capo di un partito con tanti guai come il Russiagate si possa sedere lì:



Tanto rumore per una presidenza di cui nessuno parla mai? Al contrario, visto che la legge di riforma dell’Intelligence ha affidato al Copasir poteri vasti e penetranti. Il Comitato infatti può ottenere, anche in deroga al divieto stabilito dal codice di procedura penale, “copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l’autorità giudiziaria o altri organi inquirenti”.

E può anche obbligare “appartenenti al Sistema di informazione per la sicurezza, nonché gli organi e gli uffici della pubblica amministrazione”, a fornire “informazioni di interesse, nonché copie di atti e documenti da essi custoditi, prodotti o comunque acquisiti”. Insomma, il faro del Copasir può arrivare a illuminare il contenuto di qualunque cassetto, anche quelli di inchieste in corso.



E quindi niente Copasir:



Sventato il tentativo di Salvini, resta tuttavia ancora in piedi l’ipotesi che alla fine la maggioranza sia costretta comunque a cedere la presidenza a un fedelissimo del Capitano. Nel Pd lo ammettono a denti stretti: “Forza Italia ha già la presidenza di garanzia della Commissione di Vigilanza e la Lega è pur sempre il primo partito dell’opposizione. Tolto Salvini, come potremmo opporci a un altro leghista?”. Certo, ci sarebbe una via d’uscita, quella di votare un esponente di Fratelli d’Italia come Adolfo Urso, che è già stato il vice di Guerini. A Pd e Cinque Stelle andrebbe benissimo, ma c’è un piccolo problema: dovrebbe essere la Lega a cedere il posto ai fratelli-coltelli di Giorgia Meloni.

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