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La lite tra Salvini e Meloni per la manifestazione del 2 giugno
Alessandro D'Amato 16/05/2020
Il Dinamico Duo annuncia una manifestazione anche se è vietato. Se davvero Lega e FdI andranno in piazza sarà la festa del COVID-19. E delle regole che valgono per qualcuno e per altri no
Matteo Salvini e Giorgia Meloni si contendono la mobilitazione del 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica. Fratelli d’Italia annuncia una manifestazione e subito dopo la Lega si accoda, con il Capitano che addirittura toglie il simbolo del Carroccio dal manifestino.
La lite tra Salvini e Meloni per la manifestazione del 2 giugno
Non è la prima volta che i due che si contendono il piatto del sovranismo all’italiana litigano sulla piazza. A ottobre fu Salvini a organizzare a San Giovanni una grande kermesse alla quale aderirono anche Berlusconi e Meloni che in un primo momento non voleva nemmeno salire sul palco con i simboli leghisti. Alla fine ci era salita con una bandiera tricolore appoggiata sul podio per coprire l’Alberto da Giussano. E si prese la scena con quel “rap” «io sono Giorgia, io sono donna, sono madre». Amedeo La Mattina su La Stampa ricostruisce l’inseguimento della piazza da parte dei due leader:
Il primo passo per la verità l’ha fatto «Giorgia». Nessuno pensa però di fare una telefonata all’altro, e non viene coinvolto neanche Silvio Berlusconi. Ora si cercherà di far in modo di esserci tutti insieme, ma finora Forza Italia prende tempo sull’adesione. Salvini aveva detto che se la Lega nonfosse stata ascoltata allora l’unica strada sarebbe stata la piazza: «A giugno ci troveremo a Roma con tutti questi italiani che vogliono farsi sentire».
È così partita la corsa a chi metteva per primo la bandiera. Appunto, prima l’annuncio ufficiale di Fdi. Passano tre ore e la Lega diffonde un volantino con Salvini in maniche di camicia bianca sullo sfondo dell’Altare della Patria (a Piazza Venezia dovrebbe tenersi la manifestazione). «Due giugno a Roma, ripartiamo insieme per l’orgoglio italiano, in piazza in tutta sicurezza», c’è scritto nel volantino pieno di tricolori. Viene notato che manca il simbolo della Lega, della serie «siamo noi tutta la destra, chi vuole si accodi».
Salvini e Meloni come Red & Toby
La Stampa ricostruisce anche l’arrabbiatura di Giorgia per la scelta della location da parte della Lega: l’altare della patria Fratelli d’Italia lo considera di sua proprietà:
È chiaro che alla Meloni sia salito il sangue agli occhi. Prima di tutto perché l’Altare della Patria lei lo considera un luogo sacro veramente. Andò li alla vigilia delle elezioni del 2018 per giurare che mai avrebbe fatto inciuci con la sinistra e i 5 Stelle: chiese a Salvini e Berlusconi di andare con lei a giurare davanti al milite ignoto, ma ci andò da sola sotto un diluvio universale. Dopo alcune settimane Matteo convolò al governo di Di Maio. Poi c’è tutto il trionfo tricolore e patriottico in salsa leghista che infastidisce Giorgia che si sente l’unica vera erede della destra patriottica e tricolore.
La doppia kermesse quindi sarà particolarmente curiosa da seguire, anche se non è escluso che alla fine il Dinamico Duo si riunisca, se non altro per non dare l’idea di avere ancora un centrodestra spaccato dopo la questione del Recovery Fund di ieri che ha visto la defezione di Forza Italia e l’allineamento del Carroccio sulla posizione di FdI. Il punto è che non si capisce come i due possano andare in piazza “in sicurezza” e soprattutto quali autorizzazioni chiederanno per manifestare e chi gliele concederà, visto che agli altri italiani è vietato manifestare per ragioni di salute pubblica. Se davvero Lega e FdI andranno in piazza sarà la festa del COVID-19. E delle regole che valgono per qualcuno e per altri no.