Opinioni
Le fregnacce di Salvini sui soldi dall’Europa per le disgrazie
di Costantino de Blasi
Pubblicato il 2018-11-07
Rapace come un falco, armato non di artigli ma di smartphone, il ministro degli Interni Matteo Salvini si è fiondato sui luoghi veneti del disastro meteorologico per urlare il suo grido di battaglia “al diavolo le letterine, L’Europa ci dia i soldi!”. Il popolo belante lo applaude e lo osanna convinto che l’Unione Europea si coalizzi […]
Rapace come un falco, armato non di artigli ma di smartphone, il ministro degli Interni Matteo Salvini si è fiondato sui luoghi veneti del disastro meteorologico per urlare il suo grido di battaglia “al diavolo le letterine, L’Europa ci dia i soldi!”. Il popolo belante lo applaude e lo osanna convinto che l’Unione Europea si coalizzi contro il Belpaese per qualche decimale di punto di deficit lasciandolo morire esposto alle intemperie e all’austerity.
Cosa volente che ne sappia di come funziona l’Europa e quali meccanismi solidali abbia messo in piedi dalla sua costituzione per aiutare le popolazioni sfortunate che affogano nell’esondazione dei fiumi? Proviamo a dare una risposta, premettendo che, a differenza dell’opacità del governo nostrano, la governance europea mette tutti gli atti on line disponibili alla pubblica consultazione. La prima risposta è che dal 2002 esiste un fondo di solidarietà europeo che serve ad aiutare economicamente il Paese colpito da una calamità naturale. Questo fondo, denominato FSUE, è già intervenuto in numerosi disastri e, sorpresa, il maggior beneficiario è stata proprio l’Italia. Dalla sua costituzione il fondo ha erogato circa 2, 5 miliardi all’Italia su un totale di 5,2. Insomma noi ce ne siamo presi quasi la metà. Al secondo posto, ben distaccata, la Germania che ne ha beneficiato per 1 miliardo.
La seconda è che esattamente un anno fa è stata approvata una risoluzione, a firma Juncker (guarda come il destino si accanisce contro i sovranisti che lo sbeffeggiano come ubriacone), per la costituzione di un sistema integrato di protezione civile con dotazioni proprie che vada ad affiancarsi e sostenere finanziariamente le misure prese dai Paesi membri. Questo sistema è denominato RescUE. RescUE però non si occupa solo di affrontare le emergenze, ma anche di mettere in atto, in accordo con gli Stati, misure di prevenzione. Qui una breve scheda informativa.
La terza, ed è fatto noto anche ai lettori di questa testata, è che in un imbarazzante gioco delle parti questo governo ha rifiutato un prestito della BEI a condizioni vantaggiose che avrebbe consentito di spendere 800 milioni in opere di messa in sicurezza del territorio. Ora pare che il ministro Costa, dopo aver scritto di suo pugno la lettera in cui annunciava il ritiro, abbia cambiato idea dopo le critiche. Insomma, la UE avrà anche tanti difetti, e ne ha, ma non quelli che l’ardito Capitano vuol far credere. Se fosse più saggio, risponderebbe con cordialità alla letterina inviata da Bruxelles. Altrimenti i soldi che invoca prenderanno altre vie.