Salvini attacca Michela Murgia perché spiega che non si dice clandestino (ma la Lega è stata condannata per questo)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-08

Matteo Salvini pur di non parlare di ristoratori e di riaperture torna a un grande classico: la propaganda sui migranti e in particolare oggi il Capitano decide di attaccare Michela Murgia che a Dimartedì ha criticato l’utilizzo del termine “clandestino”. Ma il leader della Lega dimentica che il Carroccio fu condannato per discriminazione dal Tribunale di Milano proprio per questo motivo:

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Matteo Salvini pur di non parlare di ristoratori e di riaperture torna a un grande classico: la propaganda sui migranti e in particolare oggi il Capitano decide di attaccare Michela Murgia che a Dimartedì ha criticato l’utilizzo del termine “clandestino”. Ma il leader della Lega dimentica che il Carroccio fu condannato per discriminazione dal Tribunale di Milano proprio per questo motivo: è discriminazione

Salvini attacca Michela Murgia perché spiega che non si dice clandestino (ma la Lega è stata condannata per questo)

Cosa ha detto Michela Murgia? La scrittrice spiega: “Penso a cosa si è fatto con la questione migranti: se tu decidi che i migranti li chiami clandestini immediatamente la percezione di quella categoria diventa minacciosa. Il clandestino è uno che ti si infila di nascosto in casa, un migrante è uno che ha la necessità impellente di lasciare la sua terra ed è un disperato, bisogna stare molto attenti alle parole che si scelgono”.

Salvini però nel suo goffo tentativo di mettere alla gogna la scrittirce dimentica un episodio che forse invece gli va rinfrescato: nel 2017 la Lega fu condannata proprio per l’utilizzo del termine clandestino presente su alcuni manifesti affissi a Saronno contro 32 richiedenti asilo. Dopo la condanna in primo grado del 2016 era arrivata la conferma. Quella parola è discriminatoria come aveva ritenuto dal Tribunale civile di Milano al quale si erano rivolte le associazioni Asgi (Studi giuridici sull’Immigrazione) e Naga. Ecco cosa vi spiegavamo allora:

Condannata in primo grado, la Lega aveva fatto ricorso e ieri è arrivata una nuova condanna con l’obbligo a pagare i danni, le spese processuali e il pagamento della sentenza sul sito della Lega. “Come ritenuto dal giudice di primo grado, la definizione di “clandestini” nei cartelli affissi dalla Lega Nord a Saronno -ancor più in quanto collegata alla presentazione dei 32 richiedenti asilo come usurpatori, “per vitto alloggio” e non precisati “vizi”, di risorse economiche ai danni degli abitanti del Comune, i quali sarebbero costretti a subire, stante l'”invasione”, l’incremento delle tasse e la riduzione delle pensioni-integra gli estremi della “molestia” – si legge nel dispositivo firmato dal giudice Maria Cristina Canziani – poiché, anche prescindendo dallo “scopo”, ha indubbiamente l'”effetto” di violare la dignità dei predetti cittadini stranieri e di creare intorno a loro, nel contesto territoriale in cui sono inseriti, un clima ostile (in quanto volto a diffondere malevolenza ed a provocare esclusione dalla compagine sociale), umiliante ed offensivo, per motivi di razza, origine etnica e nazionalità”. (Repubblica Milano, 6 febbraio 2020)

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Nella sentenza il magistrato scriveva che chiamare “clandestini” i profughi è reato di discriminazione e non può essere considerato “libera manifestazione del pensiero politico” perché viola i principi fondamentali della Costituzione. Insomma Murgia batte Salvini 1 a 0.

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