La strage degli anziani nella RSA Santa Chiara di Lodi e il silenzio della sindaca leghista

di Antonio Murzio

Pubblicato il 2020-04-14

Cinquantadue morti a marzo (rispetto ai 4 decessi dello stesso periodo 2019), 6 fino al 7 aprile. Probabilmente anche loro vittime del contagio da Coronavirus, ma non rientrano nel computo ufficiale fornito dalla Regione Lombardia

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Cinquantadue morti a marzo (rispetto ai 4 decessi dello stesso periodo 2019), 6 fino al 7 aprile. Sono i numeri della strage silenziosa all’Rsa “Santa Chiara” di Lodi, nella prima zona italiana a essere toccata dalla diffusione del Covid-19. Molto probabilmente anche loro vittime del contagio da coronavirus, ma che non rientrano nel computo ufficiale fornito dalla Regione Lombardia sin qui.

La strage degli anziani nella RSA Santa Chiara di Lodi e il silenzio della sindaca leghista

In Procura sono già due gli esposti presentati da parenti di anziani ospiti deceduti. In uno, riporta un articolo di Cristina Vercellone su Il Cittadino di oggi, si legge:

Le prima misure di limitazione degli accessi di esterni a Santa Chiara sono state disposte, a quanto risulta, solo il 3 marzi, con l’introduzione di un modulo di autocertificazione dello stato di salute del visitatore in ingresso. Solo dal 5 marzo è stato limitato l’accesso ai visitatori esterni alla struttura. Ci sono stati ingressi di nuovi ospiti (in sostituzione degli ospiti deceduti) ben dopo il 20 febbraio, con alcuni casi dopo il 5 marzo

La campagna di screening col tampone nella Rsa è cominciata solo il 9 aprile (il primo caso di coronavirus a Codogno è stato rilevato il 20 febbraio e reso noto il giorno dopo) e solo per 55 ospiti sintomatici. Non per tutti, quindi, e non per il personale della struttura, che è di proprietà dell’omonima Fondazione, un ente di promozione sociale di diritto privato e di interesse pubblico, soggetto alla vigilanza dell’Azienda di Tutela della Salute (Ats) ma che, in quanto ente strumentale del Comune, vede il sindaco nominare direttamente i componenti del consiglio di amministrazione.

L'ingresso della Fondazione Santa Chiara di Lodi
L’ingresso della Fondazione Santa Chiara di Lodi

A Lodi, a guidare l’amministrazione di centrodestra, c’è la sindaca leghista Sara Casanova, eletta nel 2017 e già assurta agli onori delle cronache nazionali per il caso mense, quando rischiavano di essere esclusi dalla refezione scolastica i bambini figli di immigrati che non avessero potuto produrre l’autocertificazione nei paesi di provenienza dei genitori su eventuali redditi all’estero. Sindaca che, in questa situazione di emergenza, ha invece preferito prendersela con molta più calma, molto verosimilmente per questioni di “scuderia” (a guidare la Regione c’è il leghista Attilio Fontana), tanto che il primo incontro con i vertici di Santa Chiara e dell’Ats (che nel frattempo aveva autorizzato dal 2 aprile la formazione di personale della struttura per effettuare i tamponi), l’ha fissato soltanto il 6 aprile.

Il Consiglio di amministrazione di di Santa Chiara aveva chiesto al Presidente, Corrado Sancilio, ex dirigente scolastico, una relazione sulla situazione interna alla RSA, ma il sindaco, accusano le opposizioni, non ha ritenuto opportuno né utile avere quella relazione, “tantomeno discutere e fare chiarezza su quanto stava avvenendo nell’ultimo Consiglio Comunale che si è tenuto nella notte di venerdì 10 aprile”. Intanto, nella struttura, che all’inizio dell’emergenza aveva 260 ospiti, una cinquantina dei circa duecento addetti risulta attualmente in malattia.

Parola d’ordine: tacere e taceremo!

Erano stati proprio i gruppi consiliari di opposizione a trasmettere il 26 marzo una segnalazione al Prefetto di Lodi, Marcello Cardona, che si era attivato immediatamente con una prima richiesta a presidenza e dirigenza di Santa Chiara il giorno dopo. Una seconda richiesta era partita dalla Prefettura di Lodi il 3 aprile.

La sindaca di Lodi con il suo vice Lorenzo Maggi (foto Il Cittadino)
La sindaca di Lodi con il suo vice Lorenzo Maggi (foto Il Cittadino)

Le opposizioni avevano chiesto anche ai consiglieri di maggioranza la sottoscrizione della lettera, ma si erano visti respingere la richiesta al mittente perché “strumentalizzava la vicenda”. Intanto a Santa Chiara si continuava a morire nel totale silenzio della sindaca Casanova e del suo vice Lorenzo Maggi, arrivato in consiglio come come candidato sindaco di una propria lista, e al ballottaggio in tandem come futuro secondo della leghista.

Nessuna lista delle persone che necessitavano di tampone

Dal giorno in cui le opposizioni hanno scritto al Prefetto e hanno chiesto al Sindaco di fare luce sulla vicenda di Santa Chiara e quindi di dichiarare concretamente quanti decessi fossero in corso, quali procedure stessero applicando per isolare i casi dei sopravvissuti, quale fosse la situazione dei tamponi degli ospiti di Santa Chiara e del personale, sono passati almeno 7 giorni prima di ricevere una risposta da parte della Casanova. Prima che il prefetto intervenisse a seguito della lettera dei consiglieri di opposizione, la vicenda era stata liquidata dalla sindaca, dicendo che erano in corso delle interlocuzioni per avere tamponi con la Regione Lombardia ma senza successo. In un articolo al Cittadino, il quotidiano locale, del 2 aprile la sindaca dichiara:

Nei giorni scorsi (a seguito della lettera al Prefetto) le opposizioni in Consiglio hanno chiesto che venissero sottoposti personale e ospiti di Santa Chiara. Successivamente ATS ha chiesto a noi l’elenco degli ospiti sintomatici a cui intendevamo fare il tampone.

Implicitamente dichiarando di non avere fatto pervenire agli organi competenti la lista delle persone che necessitavano di tampone prima che le opposizioni scrivessero al Prefetto.

 

Lo scambio di auguri per Pasqua nel Comune di Lodi: seduti la sindaca Sara Casanova e il suo vice Lorenzo Maggi
Lo scambio di auguri per Pasqua nel Comune di Lodi: seduti la sindaca Sara Casanova e il suo vice Lorenzo Maggi

Intanto, continua a girare sui social l’immagine scattata da un consigliere di maggioranza, Lanfranco Tani, salviniano di ferro e frequentatore dell’università della strada, come lui stesso si definisce, che ha poi provveduto a rimuoverla dalla propria bacheca Facebook, dello scambio di auguri pasquali in Comune al termine di un consiglio fiume durato quattordici ore dove sindaca e vicesindaco sono seduti al tavolo con alle loro spalle un gruppo composto di alcuni assessori e altri consiglieri di maggioranza, senza rispetto alcuno per le distanze. Tanto che la segretaria cittadina del Pd,  Laura Tagliaferri, così commenta, sempre su Facebook:

Ci sono immagini che non hanno bisogno di commenti, perché parlano da sole. E’ apparsa sabato sui social, pubblicata dal consigliere Tani, la foto della festicciola pasquale tenutasi in Broletto ( a Lodi ) con la presenza del Sindaco Casanova, del vicesindaco Maggi e di alcuni assessori e consiglieri. Tutti assembrati in una stanza, senza rispettare minimamente le distanze prescritte.

E ciò avveniva il medesimo giorno in cui la stessa Casanova scriveva una lettera a tutti i cittadini chiedendo di stare in casa e di evitare assembramenti: “è un sacrificio necessario per assicurare la protezione degli altri e di noi stessi – scriveva – i contagi stanno rallentando, ma se riprendiamo ad avere contatti con le altre persone, il rischio concreto è che tornino a crescere”.

Detto, fatto. Tra l’altro in quello stesso Consiglio, né il Sindaco né il Presidente Cerri si sono ricordati in apertura di dedicare almeno un pensiero, un momento di silenzio, una riflessione ai morti di queste settimane nella nostra città.

Il nulla, con rinfresco finale tutti belli vicini.

Non è retorica pretendere che i governanti siano migliori dei governati, che chi gestisce la cosa pubblica debba essere il primo a dare l’esempio di ciò che chiede. Non è retorica, è semplice senso delle istituzioni: cosa che alla Giunta dei selfie sembra mancare del tutto.

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