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La simulazione del Rosatellum certifica il rischio batosta per il PD

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-10-25

Un documento commissionato a un funzionario del parlamento spiegava ieri che i collegi potrebbero portare il Partito Democratico a una brutta sconfitta. E a risultati peggiori rispetto a quelli del 2013

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Una simulazione riservata sul Rosatellum agita i sonni del Partito Democratico. Perché conferma che la legge elettorale voluta dal PD rischia di far perdere (male) il PD. Ieri un documento commissionato da due onorevoli di centrosinistra a un funzionario del parlamento circolava – ed è stato pubblicato su Facebook – tra gli scranni allarmando i possibili candidati dei collegi uninominali per la Camera dei deputati. Che sono 231, ma di questi il Partito Democratico dovrebbe aggiudicarsene soltanto 52. Tutti gli altri andrebbero divisi tra centrodestra e MoVimento 5 Stelle, con risultati inquietanti anche nelle regioni rosse.

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La simulazione sui collegi del Rosatellum

La simulazione del Rosatellum certifica il rischio batosta per il PD

n Emilia Romagna, ad esempio, il Partito Democratico porterebbe a casa soltanto otto dei diciassette collegi disponibili, in Toscana andrebbe bene ma non benissimo (nove su quattordici) mentre quattro su sei arriverebbero nelle Marche e l’en plein arriverebbe solo in Umbria (tre su tre). In più, dei 52 eletti dem nei 231 collegi uninominali a Montecitorio, neanche uno arriva dalle cinque regioni dell’asse del Nord. Conti per ora prematuri e che sono stati fatti partendo dai voti alle ultime amministrative: avverte Tommaso Rodano su Repubblica oggi parlando della stessa simulazione che tiene fuori discutibilmente le liste civiche, spesso “amiche” del Pd.

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La simulazione del Rosatellum riepilogata da Repubblica (25 ottobre 2017)


Al Nazareno si fanno forza con calcoli totalmente diversi. Il più accurato prevede che con il Rosatellum 26 degli 85 collegi delle famose cinque Regioni Nord toccheranno al Pd. Ben 55 deputati su 121 sarebbero renziani, avverte il quotidiano sempre per mitigare gli effetti negativi della simulazione. Che però non può non preoccupare i vertici del partito e soprattutto i candidati che rischiano di essere mandati al macello nei collegi uninominali per poi doversi affidare al ripescaggio del listino.

Rosatellum e Mattarellum

La differenza con il Mattarellum è lampante. Nel 1996 in Emilia-Romagna l’Ulivo (a trazione Prodi) vinse in 31 collegi su 32, nel 2001 (quando le elezioni le vinse Berlusconi), il cappotto si ripete: 30 contro i 2 collegi vinti dal centrodestra. E i risultati si accordano con quelli di altre simulazioni pubblicate nei giorni scorsi, dalle quali si evinceva che col Rosatellum voluto da Renzi, in Emilia il Pd vincerebbe in meno metà dei collegi (5 su 11). Nelle Marche, nel 1996 l’Ulivo conquistò 11 collegi su 12, oggi ne prenderebbe 2 su 7, in Liguria 10 su 14 nel 1996 e oggi 2 su 7. L’en plein sarebbe confermato soltanto in Toscana con 12 collegi vinti su 14.

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Rosatellum Bis: la simulazione SWG del Messaggero (14 ottobre 2017)


Insomma, una situazione su cui dovrebbero riflettere anche i senatori che oggi voteranno le cinque fiducie con cui il governo ha blindato il Rosatellum. Dopo la bocciatura delle pregiudiziali, la ministra Anna Finocchiaro ha immediatamente posto la fiducia su cinque dei sei articoli della legge (escluso solo il 5, che contiene solo la clausola di invarianza finanziaria). Una mossa che ha suscitato l’ira di M5s, SI e Mdp. I primi hanno occupato i banchi del governo (e si sono messi una benda sugli occhi in segno di protesta), e Loredana De Petris si è seduta sullo scranno di Grasso appena questi si è alzato per andare alla Capigruppo.

Rosatellum vuol dire fiducia

La conferenza dei capigruppo ha stabilito che le cinque chiamate nominali per i cinque voti di fiducia si svolgeranno oggi a partire dalle 14, mentre le dichiarazioni di voto e il voto finale ci saranno giovedì mattina. Domattina, nella discussione sulla fiducia, potrebbe intervenire Giorgio Napolitano, che nei giorni passati ha espresso riserve sia sulla legge sia sul ricorso alla fiducia. Ma la fiducia apre poi una nuova ferita nel Pd: quattro senatori (Vannino Chiti, Walter Tocci, Luigi Manconi e Claudio Micheloni) hanno preannunciato che non parteciperanno al voto, in dissenso, mentre Massimo Mucchetti si riserva la decisione. Gli altri gruppi che sostengono il Rosatellum 2.0 (Fi, Ap, Lega, Autonomie, Ala-Sc, Drezione Italia) hanno confermato l’appoggio. Fi , ha detto Paolo Romani, “voterà sì convintamente” anche se non voterà la fiducia.

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Rosatellum Bis, come funziona (Corriere della Sera, 25 ottobre 2017)


E mentre MDP ha annunciato (un’altra volta) la sua uscita dalla maggioranza, la chiusura della partita sulla legge elettorale e il quasi contemporaneo voto in Sicilia e a Ostia apriranno una campagna elettorale infinita, nella quale il Partito Democratico partirà con l’handicap e rischia di arrivare dietro il MoVimento 5 Stelle e il centrodestra riunito. Un risultato peggiore di quello del 2013.

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