Edoardo Rixi minaccia Conte e il M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-29

La vicenda del sottosegretario imputato per le spese pazze di quanto era consigliere regionale in Liguria è pronta a scoppiare in attesa della sentenza che dovrebbe arrivare il 30 maggio

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Prima delle elezioni europee vi avevamo avvertito che il caso di Edoardo Rixi era la bomba su cui stava seduto il governo Lega-M5S. Oggi la vicenda del sottosegretario imputato per le spese pazze di quanto era consigliere regionale in Liguria è pronta a scoppiare in attesa della sentenza che dovrebbe arrivare il 30 maggio. Rixi ha infatti rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui minaccia Giuseppe Conte e il MoVimento 5 Stelle, e che comincia con una battuta molto significativa che però va spiegata (ai grillini). Quando l’intervistatore gli fa notare che è l’architrave del governo, lui risponde: «Già, sono diventato Danzica». A cosa si riferisce? Non a un nuovo personaggio della Casa di Carta, come potrebbe sembrare a chi ha in V per Vendetta il suo film-mito, ma a una frase storica: “Vale la pena morire per Danzica?”. Cosa significa? La frase si riferisce alla Polonia attaccata da Hitler nel 1939: all’epoca francesi e inglesi si chiedevano se valesse la pena andare in guerra e far morire soldati per i polacchi. Il senso della frase è preciso: chi tocca Rixi, muore. Il viceministro però dice anche altro:

«È surreale. Mi danno già tutti per condannato, sono arrabbiato nero».

Con i 5 Stelle?
«Vorrei capire con chi hanno parlato. Io confido nella magistratura. Ma lo sa che a Genova, la mia città, tanti che votavano il Movimento gli hanno tolto il voto per me?

lega nord edoardo rixi
Edoardo Rixi con Matteo Salvini

Se condannato, lascia?
«Io ho già detto a Matteo che deciderà lui, ha la mia massima disponibilità. Faccio quello che decide Salvini, non quello che decide Di Maio».

E se glielo chiede Conte, il passo indietro?
«Non so se è il caso, non possiamo sempre fare passi indietro. Bisogna capire qual è la mediazione. Conte è il mio premier, ma se io sono viceministro è perché lo ha voluto Matteo. Quella legge, fatta ai tempi di Monti, è una roba sbagliata. Non puoi mettere l’esecutivo sotto ricatto. Devi dire di sì a tutti, sennò il primo no che dici arriva uno e ti fa un esposto alla procura».

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