La grande fuga degli ex renziani verso Zingaretti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-12-21

Molti dei sostenitori dell’ex premier ora hanno saltato il fosso e si schierano con il governatore del Lazio. Alcuni insospettabili vengono chiamati anche traditori

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Non solo Bonaccorsi e Gentiloni: ieri il Messaggero raccontava della diaspora dei renziani romani, che nel 2014 organizzavano le fila della Capitale dopo le delusioni per le primarie costruendo un’egemonia sul Partito Democratico romano che dura ancora oggi con Andrea Casu segretario.

La grande fuga degli ex renziani verso Zingaretti

Ma non c’è solo Roma all’interno della logica di riposizionamento che precede ogni celebrazione di congressi del Partito Democratico. E così se Lorenza Bonaccorsi e Paolo Gentiloni, un tempo nomi di spicco dei renziani della Capitale, abbandonano al suo destino il turborenzianissimo Luciano Nobili, nel resto d’Italia le cose non vanno meglio. Marianna Madia e Roberta Pinotti oltre a Gian Claudio Bressa sono gli ex ministri e sottosegretari che hanno fatto il salto della quaglia, passando a sostenere Zingaretti. Nel caso di Madia la scelta è curiosissima visto che il capo della sua (ex?) corrente, Matteo Orfini, con Zingaretti ha (aveva?) invece rapporti pessimi.

renziani romani 1

Ma non c’è solo lei ad aver saltato il fosso. Emanuele Lauria su Repubblica racconta che i cambiacasacca sono tanti:

Ma guai a chiamarli così: «Io continuo a seguire un percorso riformista, non seguo più Matteo che credo uscirà dal Pd», dice l’ex vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi, che di Renzi fu assessora comunale a Firenze. «Ho creduto in questo giovane: non so se oggi è cambiato, certo è cambiato lo scenario attorno a lui – prosegue la Di Giorgi – e non se ne è accorto. Non si è mai chiesto, semplicemente: da dove ricominciamo?».

La deputata milanese Lia Quartapelle, che con Di Giorgi ha firmato l’appello delle donne per Zingaretti, è migrata solo negli ultimi giorni, al seguito di Paolo Gentiloni, sul fronte del governatore del Lazio: «La categoria dei renziani mi sembra un po’ superata», scherza. E ricorda, adesso, di come lei sia espressione di un Pd vincente, quello milanese di Sala, ed è naturale appoggiarne un altro, quello di Zingaretti: «Sono per un partito riformista: purtroppo negli ultimi anni si sono inseguite riforme liberali o istituzionali, non quelle sociali. E la gente ci ha punito».

I traditori del renzismo

Un “fedelissimo” dell’ex premier, nell’anonimato, li chiama senza mezzi termini “traditori”. A saltare il fosso anche Claudio De Vincenti e Francesca Puglisi, che era in areadem ma entrò nella segreteria di Renzi come responsabile dell’area scuola, e persino Federico Gelli, che era compagno di scout di Renzi e che era diventato responsabile del settore sanità. Decisiva per lui la scelta di Simona Bonafè come candidata (poi eletta) a segretaria del Partito Democratico in Toscana.

simona bonafé

 

Con Zingaretti è passata anche la vicepresidente della Regione Emilia Romagna Elisabetta Gualmini ed Enzo Bianco, già sindaco di Catania che ha avuto come testimoni proprio Gentiloni oltre a Delrio.

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