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«Quindi Salvini ha deciso di dichiararci guerra…»: Berlusconi e la storia del voto sul “Salva Mediaset”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-11-19

«Quindi Salvini ha deciso di dichiararci guerra…»: Carmelo Lopapa su Repubblica oggi racconta come ha reagito Silvio Berlusconi dopo il voto contrario della Lega al Salva Mediaset in commissione al Senato

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«Quindi Salvini ha deciso di dichiararci guerra…»: Carmelo Lopapa su Repubblica oggi racconta come ha reagito Silvio Berlusconi dopo il voto contrario della Lega al Salva Mediaset in commissione al Senato. E spiega quali potrebbero essere le conseguenze. Per il centrodestra, che rischia di saltare, e per il governo, che potrebbe avere l’insolito appoggio dell’ex Cavaliere:

Il voto contrario della Lega alla norma “salva Mediaset”, peggio, il capogruppo Molinari che co-firma la pregiudiziale di costituzionalità contro l’artìcolo 4bis del decreto Covid, per i forzisti equivale alla conferma che i rapporti con i sovranisti sono ai minimi termini. E chissà che non convenga davvero prendere in considerazione la mano tesa dal premier Conte e dal segretario pd Zingaretti. L’atto di “guerra”, per dirla col Cavaliere, segue l’avvertimento che una settimana fa il leader leghista aveva già lanciato sulla stessa norma dai banchi del Senato. Quel giorno il partito alleato si era astenuto. Questa volta Lega e Fdi sono passati dalle minacce ai fatti, anzi agli atti (parlamentari) e ai voti contrari. Con la sola differenza che gli uomini della Meloni non hanno citato espressamente Mediaset nella loro pregiudiziale per far valere l’incostituzionalità dell’articolo con cui il governo Conte ha deciso di arginare la scalata Vivendi a Mediaset. E nulla è casuale, tanto meno la coincidenza temporale, visto con le lenti di Arcore. Proprio ieri mattina l’ex premier forzista infatti aveva illustrato alla stampa il pacchetto di norme con cui Forza Italia intende dare il suo “contributo” per migliorare la manovra. «Il nostro senso di responsabilità ci impone di non limitarci a criticare – ha detto in video conferenza l’ex premier – Ci rendiamo disponibili a collaborare per far uscire il Paese dall’emergenza».

I leghisti hanno presentato alla Camera una questione pregiudiziale con cui si chiede di “non procedere all’esame” del decreto. Fonti leghiste, contattate in merito, si limitano a confermare che l’indicazione data da Matteo Salvini è di “non votare a favore dell’emendamento” su Mediaset “come già avvenuto al Senato”. Nella premessa della questione pregiudiziale leghista, dove figura un esplicito riferimento alla norma su Mediaset-Vivendi, e che dovrebbe essere presentata e votata dall’Aula, si legge: “Il decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, reca misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19 al fine di adottare misure di contrasto e contenimento alla diffusione del predetto virus adeguate e proporzionate, come si legge nelle premesse del decreto a giustificazione dell’intervento urgente e necessario; il provvedimento approvato dal Senato consta ora di 11 articoli, dal contenuto del tutto disomogeneo tra loro, come esplicitato anche nel titolo, detta nuove norme anche in settori afferenti a materie diverse ed eterogenee, come l’articolo 4-bis, per esempio, che reca ‘disposizioni in materia di comunicazioni’ al fine, ad avviso dei firmatari del presente atto, di aggirare sostanzialmente l’esito determinato dalla nota sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 3 settembre 2020, C-719/18 a seguito del ricorso presentato dalla societa’ Vivendi contro l’Autorita’ per le garanzie delle comunicazioni e Mediaset SpA”. Per la Lega, “in sostanza, il decreto-legge si presenta alla Camera come un decreto c.d. omnibus, accorpando anche il decreto-legge 20 ottobre 2020, n. 129, facendone contestualmente salvi gli effetti, che proroga ulteriormente i termini di versamento dei carichi affidati all’agente della riscossione; l’urgenza e l’omogeneita’, intesa come intrinseca coerenza delle norme contenute dal punto di vista oggettivo e materiale ovvero funzionale e finalistico, che secondo pacifica giurisprudenza della Corte Costituzionale e’, invece, vincolo e presupposto essenziale per l’esercizio della decretazione di urgenza di cui all’articolo 77, comma 2 della Costituzione, non trovano dunque rispondenza nel decreto-legge 125 del 2020”. L’approdo in Aula del decreto Covid e’ previsto venerdi’ prossimo, con la discussione generale, mentre le votazioni inizieranno dalla settimana successiva

 

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