Il paradosso del premier «non eletto dal popolo»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-21

Massimo Franco sul Corriere della Sera punta il dito sulla scelta di Salvini e Di Maio. Ma…

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Massimo Franco sul Corriere della Sera oggi segnala il paradosso in cui Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono caduti indicando Giuseppe Conte come presidente del Consiglio del governo Lega-M5S:

Entrambi hanno detto di avere vinto il 4 marzo,ma sanno di non averlo fatto a sufficienza per rivendicare direttamente per sé la premiership. La contraddizione nasce dal fatto che, se oggi al Quirinale non ci saranno sorprese sempre possibili, sarebbe un «terzo», non eletto, a diventare premier come soluzione di mediazione e di garanzia.

Può darsi che una soluzione del genere si riveli una scelta felice: sempre che la persona indicata dimostri di avere quella personalità politica e quella credibilità, necessarie per compensare un’eventuale carenza di gravitas nei rapporti sia con la maggioranza, sia con le istituzioni europee. La figura di un capo del governo ridotto a «esecutore», soprattutto in una fase cruciale come questa, susciterebbe molte perplessità. E di certo, se finirà così, a Cinque Stelle e Lega sarà difficile puntare il dito sul Quirinale, di ieri e di oggi, accusandolo di mandare a Palazzo Chigi chi non aveva un’investitura popolare.

giuseppe conte
L’infografica del Corriere della Sera su Giuseppe Conte (21 maggio 2018)

Però, spiega l’editorialista del Corriere, non è certo per questo che M5S e Lega perderanno consensi; né, soprattutto, che li acquisterà chi ha perso le elezioni:

Ma chi, tra gli avversari, già pregusta questo fallimento, convinto che un Paese deluso dalla diarchia nascente M5S-Lega torni verso equilibri e lidi più tradizionali, probabilmente si illude. Il 4 marzo è finito non un equilibrio di governo ma un sistema.

Nel futuro, prossimo o meno, la scommessa non è su un ritorno indietro, ma su passi avanti che ancora non si vedono: da parte di nessuno. Altrimenti, oggi al Quirinale non salirebbero Di Maio e Salvini, ma i loro avversari prigionieri di schemi e logiche finiti. Non migliori o peggiori, ma figli del passato.

Leggi sull’argomento: Paolo Savona ministro dell’Economia del governo Lega-M5S?

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