Pisapia candidato alle elezioni europee con il PD

di Mario Neri

Pubblicato il 2019-03-20

L’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, sarà capolista del Partito Democratico nel Nord Ovest alle elezioni europee di maggio. “Questo mi è stato chiesto – rivela Pisapia al Corriere della Sera – e a questo ho risposto di sì”. Nell’intervista Pisapia spiega cosa lo ha spinto ad accettare l’offerta di Zingaretti. “Innanzitutto la convinzione, e …

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L’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, sarà capolista del Partito Democratico nel Nord Ovest alle elezioni europee di maggio. “Questo mi è stato chiesto – rivela Pisapia al Corriere della Sera – e a questo ho risposto di sì”. Nell’intervista Pisapia spiega cosa lo ha spinto ad accettare l’offerta di Zingaretti. “Innanzitutto la convinzione, e anche la speranza, che dagli errori di impari. Poi la fiducia in una leadership, quale quella di Zingaretti, che non solo rivendica il ‘noi’ come soggetto ma lo mette in pratica. E la necessità di dare un interlocutore credibile a chi è convinto, o si convincerà, del fatto che gli slogan, gli insulti, le facce cattive, l’incompetenza non risolvono i problemi”.

giuliano pisapia

Pisapia era stato protagonista del tentativo di avvicinamento, poi fallito, con Campo Progressista. Aveva detto no via sms a Matteo Renzi: «Caro segretario, se fai così non ci lasci altra scelta. A queste condizioni l’alleanza non esiste. Noi non abbiamo voglia di fare il partitino dello 0,2%.E se finisse così, senza Ius soli, cosa diremmo alla nostra gente, che Alfano non lo fa passare?». In ballo all’epoca c’era la decisione di lasciare in fondo al calendario del Senato la cosiddetta legge sullo ius soli – che poco c’entra con lo ius soli vero e proprio – dopo l’ok al biotestamento.

Da Calenda a Pisapia, è questo il futuro del centrosinistra? Lei è anche tra i primi firmatari del manifesto Siamo europei. Il suo rapporto con Calenda?
«Credo che esistano ancora una destra e una sinistra, ma sono anche convinto che i confini oggi siano diversi da quelli del passato e che ci siano delle emergenze. Il manifesto ha avuto il merito di contribuire a mettere al centro del dibattito politico un tema imprescindibile: l’Europa, e soprattutto quale Europa. Non può sfuggire a nessuno che una parte rilevantissima del nostro futuro si deciderà in Europa e che l’autarchia raccontata dai sovranisti è una strada impraticabile. Certo, la Ue va cambiata, ha bisogno di un’anima. Bisogna impegnarsi a rafforzare l’Europa dei diritti, della  pace, del lavoro, della solidarietà».

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