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Chi è Piero Ricca, il blogger (non) candidato alle Parlamentarie del MoVimento 5 Stelle

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-01-16

Blogger, difensore della Costituzione, autore di interviste pubblicate da Grillo e “pregiudicato inconsapevole” questo il profilo di Ricca che una decina di anni fa litigò con Casaleggio per 30 euro di differenza nel compenso per i suoi articoli pubblicati sul Blog. Ora se verrà eletto dovrà darne trecento al mese alla Casaleggio. EDIT: Piero Ricca fa sapere che non si è candidato e si tratta di un errore

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Quella tra Piero Ricca, blogger e scrittore “noto alle cronache per le sue contestazioni a esponenti dell’establishment”, e il MoVimento 5 Stelle è una vera e propria storia d’amore. Perché Piero Ricca per lungo tempo ha collaborato come autore al Blog di Grillo. Il leader del MoVimento lo aveva notato anche grazie a quello che Ricca urlò all’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Era il 2003 e il Vaffa Day era ancora di là da venire. Ricca però a suo modo fu un precursore quando urlò «Buffone, fatti processare!» al leader del PdL grindando: «Rispetta la legge! Rispetta la democrazia! Rispetta la dignità degli italiani! O farai la fine di Ceausescu o di don Rodrigo».

Piero Ricca candidato al Senato per il M5S

In un post sul Blog, datato 2010, Grillo definì Ricca “pregiudicato inconsapevole”. Il motivo? In seguito a quella che Ricca definì una “casuale verifica” del suo casellario giudiziario scoprì di aver subito una condanna definitiva a 790 euro di multa per il reato di riunione non autorizzata. Non certo un reato grave, ma chissà che ne penseranno ora i tantissimi candidabili pentastellati che si sono affannati a procurarsi il certificato penale per dimostrare di essere “puliti” e di non aver avuto guai con la giustizia. Perché stando a quanto riferisce il Corriere della Sera il M5S avrebbe deciso di candiare Piero Ricca nel collegio uninominale di Milano città e anche nella lista proporzionale.
PIERO RICCA m5s senato milano - 2
E i più curiosi vorrebbero sapere anche cosa ne pensa Piero Ricca, da sempre schierato a difesa della Costituzione, delle norme palesemente incostituzionali inserite nel codice etico del MoVimento 5 Stelle. Il 4 dicembre, festeggiando l’anniversario del referendum del 2016 Ricca scriveva che “per cambiare il Paese non si deve cambiare la Costituzione, ma applicarla e avviarla ad attuazione”. Eventuali modifiche e aggiornamenti si faranno dopo “per estendere i diritti, non per concentrare il potere” e attraverso un dibattito nella società civile. Le nuove regole del MoVimento rispondono alle nuove esigenze di Grillo e del M5S di esercitare quanto più potere possibile sugli eletti. E come dimenticare che che da anni Grillo si batte per l’abolizione dell’articolo 67 della Costituzione, quello che sancisce che ogni membro del Parlamento esercita le sue funzioni senza alcun vincolo di mandato. Nel marzo 2013 Grillo definì l’articolo 67 “circonvenzione di elettore” spiegando che “l’eletto può fare, usando un eufemismo, il cazzo che gli pare senza rispondere a nessuno”.

Quando Ricca e Casaleggio litigarono per 30 euro

Si potrebbe pensare che questi piccoli dettagli possano essere un ostacolo alla candidatura di Ricca. Ma a dire il vero scavando nel passato della coppia saltano fuori dissidi più profondi. Sui soldi ad esempio. Nel 2007 Ricca si lamentò, dopo un anno di collaborazione con il Blog di Grillo, di non essere stato equamente retribuito. In un articolo pubblicato sul suo blog Ricca spiegava che per le interviste pubblicate sul Blog Casaleggio aveva offerto cento euro per ognuna.


Una proposta inaccettabile per Ricca che Ricca ritiene che «la soglia minima di dignità» sia di duecento euro netti e Casaleggio in un primo momento accetta. Successivamente però, si lamenta Ricca, la promessa non viene mantenuta e il compenso pattuito è lordo e non netto: la differenza è di 30 euro a intervista. E per quei 30 euro la pubblicazione dei materiali di Ricca viene sospesa “in attesa di verifica del budget”. Grillo poi spiegherà a Ricca che nelle questioni gestionali del Blog lui non c’entrava nulla. La Casaleggio preciserà al Giornale che Ricca non era “precario” perché non era assunto. Oggi Ricca si candida e se verrà eletto dovrà devolvere 300 euro al mese alla Casaleggio per la gestione di Rousseau. Ma in compenso potrà accontentarsi del misero stipendio da parlamentare pentastellato.
EDIT: Piero Ricca scrive su Facebook di non essersi candidato e che il suo nome nell’elenco è finito a sua insaputa:

Avviso ai naviganti.
Mi hanno segnalato che c’è (o c’è stato) anche il mio nome nell’elenco ufficiale dei candidati alle primarie on line del m5s.
Dev’esserci un errore. Può sembrare assurdo ma è così.
Non ho presentato alcuna candidatura.
Ai primi di gennaio mi sono limitato ad aggiornare il mio profilo on line, come veniva richiesto per l’adesione alla nuova associazione. Solo questo. Non ho compilato moduli di presentazione della candidatura, né inviati i certificati richiesti via mail. Non so se sia capitato anche ad altri, ma questo è capitato a me. Ho pure segnalato la possibilità di errore, ma senza esito.
Nei giorni scorsi alcuni giornali hanno pubblicato come indiscrezione la notizia infondata di questa mia candidatura, senza premurarsi di chiamarmi per una verifica preliminare. Si tratta di una bufala, che ha alimentato svariati commenti fondati sul nulla, peraltro in un momento in cui sono preso da altre e più urgenti questioni personali. Divertente, vero?
Ringrazio tuttavia le tantissime persone che mi hanno comunicato il loro sostegno per questa candidatura “a mia insaputa”.

piero ricca

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