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Il piano di Di Maio per le elezioni con Di Battista frontman (e il ritorno a destra)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-11-23

Mentre i grillini smentiscono furiosamente i retroscena che li vorrebbero tentati da un altro grande abbraccio a Matteo Salvini, c’è chi immagina invece una road map per tornare presto alle urne, candidare come frontman Alessandro Di Battista e tornare al governo con la destra

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Oggi Beppe Grillo e Luigi Di Maio si vedranno in un’atmosfera da Ok Corral per chiudere i conti sul MoVimento 5 Stelle dopo il voto su Rousseau che ha scompaginato i piani del Capo Politico, sempre meno legittimato ma determinato a non mollare la poltrona.

Il piano di Di Maio per le elezioni con Di Battista frontman (e il ritorno a destra)

E mentre i grillini smentiscono furiosamente i retroscena che li vorrebbero tentati da un altro grande abbraccio a Matteo Salvini, c’è chi immagina invece una road map per tornare presto alle urne, candidare come frontman Alessandro Di Battista e tornare al governo con la destra:

Ieri, durante un tour siciliano che somiglia da vicino a una campagna elettorale, ha detto una frase indicativa: «Stando al governo abbiamo perso il contatto con la gente». Un modo per ritrovarlo, suggerisce la logica, sarebbe mollare il governo. La road map sarebbe questa. Dramma Pd il 26 gennaio in Emilia-Romagna. Crollo del governo, scioglimento delle Camere e campagna elettorale. Di Maio resterebbe ancora capo politico (ha un mandato che dura fino a dieci anni) e magari futuro ministro, mentre Di Battista tornerebbe frontman da comizio e capo parlamentare.

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Emilia Romagna e Calabria: quanti voti prende il M5S (Corriere della Sera, 23 novembre 2019)

Contestualmente, riavvicinamento con la Lega di Salvini o, comunque spostamento a destra. Aquel punto, Grillo potrebbe chiamarsi fuori, deluso da dirigenti che, di recente a Napoli, ha già mandato a quel paese. Una pattuglia dei big, ineleggibili dopo il secondo mandato nel Movimento, potrebbe approfittarne per mettere in piedi un vascello pirata, rivendicando di essere il vero Movimento, «tradito» da Di Maio.

Secondo questo scenario il M5S tornerebbe in Parlamento fortemente ridimensionato rispetto al botto del 2018 ma con la prospettiva di costituire l’ago della bilancia visto che mancherebbero i voti per formare una maggioranza. Si tratta di un piano scritto sull’acqua non solo per i sondaggi che oggi danno il centrodestra in grado di governare da solo anche con l’attuale legge elettorale, ma soprattutto non considerano che a quel punto la legge elettorale verrebbe cambiata con l’accordo tra PD e Lega in ottica maggioritaria, magari con doppio turno come chiedono i DEM da un secolo. E chi avrebbe da perdere da un maggioritario che privilegia le alleanze elettorali prima delle urne?

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