Perché la Lega ha ritirato la mozione di sfiducia per Conte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-21

Per i gialloverdi una possibile strada da percorrere potrebbe essere quella di lasciare Conte al suo destino dopo le frasi su Savoini e la Russia e dare al M5S Palazzo Chigi prendendo in cambio i ministeri-chiave come le infrastrutture, la difesa, la sanità e l’economia. Ma è praticamente impraticabile

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Ieri sera, subito dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio in Aula e la replica di Salvini in Senato, la Lega ha, un po’ a sorpresa un po’ no – come avevamo scritto, la mossa era stata annunciata dallo stesso Salvini – ritirato la mozione di sfiducia con cui avrebbe potuto parlamentarizzare la crisi. La mossa, che non ha molta valenza pratica visto che nel frattempo Conte si è dimesso, rappresenta simbolicamente invece il tentativo di fare pace pacetta con il MoVimento 5 Stelle. È però anche una mossa telefonata, visto che i leghisti si aspettavano da Salvini una sorpresa tipo quella dell’annuncio del voto del taglio dei parlamentari per sparigliare ma ieri il Capitano non ha voluto fare alcun passo avanti nel suo discorso. E c’è chi, racconta Repubblica, comincia a sentire puzza di bruciato dietro l’intuito del Capo:

Del resto, a parlare a porte chiuse davanti allo stato maggiore leghista, fin dal vertice di mezzogiorno per definire la strategia, è un “pugile suonato”, come lo descrivono alcuni dei suoi. Alla fine una strategia non c’è, se non quella di cercare di evitare a tutti i costi “il governo dell’inciucio” a costo di compiere una piroetta imbarazzante. Ma nessuno ha il coraggio di rinfacciarlo al capo. Solo Giancarlo Giorgetti a tarda sera ricorderà ai giornalisti che lui l’aveva «detto da mesi che così non si andava avanti». Rincarando: «Noi siamo un partito, scegliamo il capo e il capo decide. Può decidere bene o male, ma decide il capo. Nella Lega non c’è dibattito, non c’è democrazia, decide uno», taglia corto con sorriso amaro, più che ironico

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Quando si va a votare (Corriere della Sera, 21 agosto 2019)

Ora rimane teoricamente in piedi ancora l’ipotesi di una pace a sorpresa tra gialloverdi, ma le condizioni dettate dal MoVimento 5 Stelle appaiono davvero troppo dure per essere accettate da Salvini: i grillini vorrebbero un passo indietro del Capitano dall’intero governo per sedersi intorno al tavolo della trattativa, dove avrebbero tali e tanti assi in mano da finire per vincere questa fase e umiliare il Carroccio. La controproposta del Capitano è arrivata ieri con la dichiarazione su Conte  che si auto-stacca la spina: una possibile strada da percorrere potrebbe essere quella di lasciare Conte al suo destino dopo le frasi su Savoini e la Russia e dare al M5S Palazzo Chigi prendendo in cambio i ministeri-chiave come le infrastrutture, la difesa, la sanità e l’economia. Lasciando però Salvini al Viminale. Un’ideona un po’ tardiva. I grillini ci cascheranno?

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