Opinioni
Il PD come forma di culto dei morti
di Vincenzo Vespri
Pubblicato il 2018-10-21
In Toscana vi è stato un po’ di movimento per le regionali del PD. Siccome siamo nell’epoca del fetish e sono un cultore dell’horror, qualche settimana fa mi sono inflitto un incontro dei candidati PD. La mia aspirazione masochista non è andata delusa, anzi ha oltrepassato le mie più funeree aspettative. Nel marasma, mi ha […]
In Toscana vi è stato un po’ di movimento per le regionali del PD. Siccome siamo nell’epoca del fetish e sono un cultore dell’horror, qualche settimana fa mi sono inflitto un incontro dei candidati PD. La mia aspirazione masochista non è andata delusa, anzi ha oltrepassato le mie più funeree aspettative. Nel marasma, mi ha inusitatamente sbalordito non tanto la mancata metabolizzazione della sconfitta elettorale, ma che continuino a sfuggire le ragioni. Eppure basterebbe parlare con la gente comune per capire che ora come al momento delle elezioni il lavoro rimane la questione centrale. Tutto ruota su questa chimera, anzi per usare il linguaggio di Dante nel De Vulgari Eloquentiae, sul profumo della pantera. Infatti come la pantera era onnipresente nei bestiari medioevali ma nessuno l’aveva mai vista, così il lavoro è una questione cruciale in ogni campagna elettorale ma nessuno ha mai visto provvedimenti efficaci.
Tutto parla della crisi del lavoro.
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L’altro giorno è venuto a trovarmi un fisico 50-enne, responsabile scientifico di un progetto di ricerca industriale relativo al sequenziamento genomico. Dirigente in una media impresa quotata in borsa. La sottocapitalizzazione e il basso costo del denaro, hanno resa questa azienda preda di un fondo che ne ha fatto spezzatino per ricavarne un profitto. Esperienze di ricerca, capitale umano gettati al vento. Lui che a 50 anni deve cercare un nuovo lavoro. L’ho sentito preoccupato, molto preoccupato… Ho cercato di alleviargli la malinconia e la preoccupazione per il futuro offrendogli una buona tagliata. Gli ho detto quello che pensavo (e che sotto sotto pensa lui stesso). Ossia che è molto in gamba, intelligente e ha competenze richieste dal mercato. Che ero sicuro che sarebbe sopravvissuto e che questa prova sarebbe stata un’opportunità per crescere professionalmente etc etc. Ma non ho potuto fare a meno di pensare che il mondo del lavoro in Italia racchiude in sé il peggio del sistema capitalista e del sistema socialista. Non offre le stesse opportunità del sistema capitalista (per un 50-enne è difficile riciclarsi in un’altra attività, quasi impossibile ) e non offre le stesse garanzie del sistema socialista (è stato concesso al fondo d‘investimento inglese di fare carne di porco dei lavoratori). Inoltre il sistema di Alta Formazione del nostro Paese guarda solo il suo ombelico, oscenamente ripiegato su sé stesso, misura la bravura di noi docenti quasi solo su elementi pseudo-quantitativi tipo numero di citazioni e di pubblicazioni e non è interessato alle necessità formative richieste da un mondo lavorativo in vorticosa evoluzione, che richiede al lavoratore sempre nuove competenze e conoscenze costantemente aggiornate.
Ma la sera di quello stesso giorno, mi sono imbattuto in una situazione ancora più pesante ed inaccettabile. Facendo la fila dal barbiere/parrucchiere ho chiacchierato con una giovane ragazza spigliata ed intelligente. Diplomata al classico nello stesso liceo d mia figlia. Iscritta alla Libera Accademia di Belle Arti di Firenze, si laureava il giorno dopo su una tesi sul ritratto fotografico. Ho dato uno sguardo alla tesi: scritta molto bene, profonda… Ho commesso l’errore di chiederle le prospettive di lavoro. Mi ha risposto che lavorava come barista per mantenersi, ma che avrebbe lottato duro per inseguire il suo sogno artistico. Forse la ragazza ce la farà, ma ho visto tanti, troppi giovani che non ce l’hanno fatta. Il caso più eclatante in un ristorantino vicino all’Università: ci lavora una cameriera che ha conseguito il dottorato sull’Arte Etrusca. Ha cercato per qualche anno un’occupazione consona alle competenze acquisite ma adesso è rassegnata a fare la cameriera per sempre. Un Paese non può sprecare così le competenze dei suoi giovani, deve essere capace di alimentare i loro sogni le loro ambizioni. Siamo fatti della stessa materia dei sogni: spegnerli nei giovani oltre ad essere criminale è anche stupido. Condanna il Paese al sottosviluppo. Il PD ha perso proprio perché non ha saputo rispondere convincentemente a queste domande che il suo popolo di lavoratori gli rivolgeva… e così facendo ha regalato l’elettorato giovane ad altri partiti, diventando un partito di pensionati garantiti. E in effetti, a quella riunione del Pd a cui ho partecipato, l’unico giovane presente era paradossalmente il candidato: gli astanti erano ultra sessantenni. Se non devia da questa deriva il PD non ha molto futuro. Indipendentemente dai disastri gialloverdi.