Il piccolo Matias, ucciso dal padre a Vetralla, è stato trovato in un cassettone con naso e bocca tappati

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-18

L’uomo voleva anche dare fuoco al corpo del bambino e alla casa. Solo per “punire” la sua ex

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La madre è disperata e ha abbandonato quella cittadina in provincia di Viterbo per tornare dalla sua famiglia. Sarà impossibile per lei dimenticare le immagini della brutale uccisione di suo figlio. Il piccolo Matias è stato barbaramente colpito al morte – con almeno un fendente che ha reciso la sua gola – dal padre, quel Mirko Tomkov che ha scelto il modo più brutale, irrazionale e violento per far pagare alla sua compagna la fine della relazione con lui. E l’intera comunità, che ha appreso con sgomento l’omicidio avvenuto a Vetralla, si interroga e si stringe attorno alla donna, chiedendosi come sia stato possibile tutto questo e perché non si sia riusciti a evitarlo.

Omicidio Vetralla, il padre ha tagliato la gola al figlio e poi lo ha messo in un cassettone

E la ricostruzione dell’efferato delitto è crudele e agghiacciante. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, infatti, il piccolo era tornato a scuola dopo esser stato accompagnato dallo zio. Dentro l’abitazione, però, non ha trovato sua madre – ancora non rientrata – ma il padre che, visto il divieto di avvicinamento deciso dal Tribunale, non doveva trovarsi lì. E proprio in quel momento, l’uomo ha deciso di compiere la sua assurda “vendetta”:

Mirko Tomkov aggredisce il figlio e con un coltello, trovato nel cassetto delle posate, gli recide la gola. Poi lo lascia esanime nel cassettone del letto. Verrà trovato con del nastro adesivo su bocca e naso.

Poi, proseguendo nel suo delirio, imbeve anche le lenzuola di quel letto con la benzina che aveva portato con sé. E proprio quella sostanza infiammabile, insieme ai probabili effetti dell’alcol che aveva ingerito, avrebbe provocato un’esalazione che gli ha impedito anche di dare fuoco al corpo di suo figlio.

Una vicenda dai contorni ancor più tragici. Sempre a Il Messaggero, un’amica di Marjolina Rapaj ha raccontato i dettagli di quella relazione diventata tossica e che era finita proprio per gli atteggiamenti aggressivi dell’uomo. Perché l’omicidio Vetralla è il tragico punto finale di una vicenda fatta di violenze e vessazioni:

“«Quell’uomo ieri poteva, e forse voleva, fare una strage. Ha colpito Marjola nella cosa più cara che aveva, per annientarla. Poi chissà che altro aveva in mente di fare. Lo hanno visto fare avanti e indietro davanti la casa, avrebbe potuto ammazzare chiunque. Una persona così si poteva fermare solamente sbattendola in carcere”.

Ma aveva ricevuto in divieto di avvicinamento, violato proprio all’indomani della sua uscita dall’Ospedale dove era stato ricoverato per Covid. E lo ha fatto uccidendo il piccolo Matias.

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