Cultura e scienze

Il gentismo al tempo del colera

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-04

Due persone sono tornate in Italia da una vacanza in Bangladesh dove hanno contratto il colera. Ma dal momento che si tratta di due cittadini stranieri residenti in Italia la vicenda è diventata il pretesto per scatenare i più beceri istinti razzisti

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La notizia in breve è questa: due persone, mamma e figlio, sono tornate in Italia da una vacanza. Durante il soggiorno in Bangladesh hanno contratto il colera e quando sono tornate a casa, a Sant’Arpino (Caserta), erano ammalate e sono state così ricoverate all’ospedale Cotugno di Napoli. Le rassicurazioni delle autorità sanitarie partenopee invece sono queste: non c’è alcun rischio contagio né alcun pericolo di epidemia. I familiari dei due pazienti sono stati vaccinati.

L’inutile allarmismo del Mattino sul colera a Napoli

Tanto è bastato per il Mattino per fare un titolo come “Napoli choc, torna l’incubo colera” che su Facebook è stato lanciato con un’altra frase allarmistica “Napoli ripiomba nell’incubo di 45 anni fa”. Nell’articolo (e anche in quello sull’edizione cartacea di oggi) si spiega che i due pazienti sono di origine bengalese (ma risiedono in Italia) e si capisce che Napoli non c’entra se non per il fatto che mamma e figlio (di due anni) sono stati ricoverati al Cotugno.

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Il fatto che non ci sia alcun “incubo colera” a Napoli, che le due persone che hanno contratto la malattia non siano di Napoli ma della provincia di Caserta e che il colera sia “di importazione” (in Bangladesh è una malattia endemica) ha fatto sollevare i lettori partenopei che hanno accusato il quotidiano di “remare contro” la città e di non perdere l’occasione per infangare il nome di Napoli continuando a riproporre un vecchio stereotipo spesso usato proprio per denigrare gli abitanti.

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Il titolo dell’edizione cartacea del Mattino

Molti lettori e utenti hanno duramente criticato la scelta del Mattino di puntare l’accento su Napoli e sulla storia del colera. C’è chi ha scritto «Vi vendereste la madre per un like in più sul vostro sputtanapoli!!!! Siete giornalai, servi di un padrone! Siete la vergogna della categoria» e chi accusa il quotidiano di fare terrorismo mediatico pur di conquistare qualche lettore. Si tratta del resto di due casi isolati, che non hanno nulla a che fare con Napoli e che sono in un certo senso “fisiologici” quando si visita un paese dove il colera circola cronicamente tra la popolazione.

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Tra i molti commenti indignati si registra quello della leader di Potere al Popolo Viola Carofalo che ricorda il coro da stadio sui napoletani “colerosi” intonato anche da Salvini durante una festa della Lega Nord anni fa.

Libero contro gli immigrati colerosi

Lo stereotipo paga. Ed è per questo che a Libero hanno subito fiutato l’affare. Oggi infatti il quotidiano scritto diretto e interpretato da Vittorio Feltri non perde tempo e spara a quattro colonne un titolo contro i veri colpevoli: gli immigrati. Sono loro infatti a riportare in Italia il virus che da noi era sparito. Ed infatti Libero chiosa sulla storia delle “risorse che ci pagano le pensioni” sottolineando invece che «gli stranieri ci regalano per lo più malattie». Il tutto ovviamente senza che sia stato un solo caso di contagio. E soprattutto evitando di far notare che madre e figlio erano di ritorno da una vacanza, quindi sarebbe potuto succedere a qualunque turista, anche ad uno italiano.

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Segue un lungo articolo nel quale viene tirato fuori il caso di Sofia, la bambina morta di malaria, anch’essa “portata dagli stranieri” (in quel caso bambini), una scheda dove il colera viene definita la “malattia della povertà” (che schifo i poveri, non li avevano aboliti?) e si ricorda che anche nel 1973 la malattia veniva “da fuori” visto che la causa erano le cozze tunisine. Dulcis in fundo l’ultimo caso di colera in Italia risale al 2008 e anche quella volta veniva da un paese estero, l’Egitto.

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Tutto questo – i tre casi ricordati nell’articolo – è un po’ poco per dire che gli immigrati “ci portano le malattie”. Anche perché succede a volte che siano gli italiani a esportarle (è successo di recente in Messico con il morbillo). Ma per Libero e per molti commentatori una delle qualità intrinseche dei migranti è proprio quella di portare le malattie.

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«È tutta colpa di questi extracomunitari lo pure le malattie ci dobbiamo beccare accogliamo accogliamo» scrive una lettrice del Mattino mentre altri parlano di complotto: non si deve dire che gli “untori” erano di origine straniera. E Libero non ha fatto altro che intercettare gli umori dei patridioti dando loro il titolo che tanto agognavano. Il colera torna (dalle vacanze) per colpa degli immigrati.

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Ed ecco che Libero può liberamente parlare di emergenza immigrazione e “dimostrare” che grazie alle risorse “importiamo patologie che avevamo debellato”. Nell’articolo di Pietro Senaldi si parla di “batterio del degrado”e di malattie che ritornano «con l’immigrazione povera dal Terzo Mondo» spiegando che «con i governi che si sono succeduti fino al 4 marzo abbiamo costruito un’immensa plebe multietnica che si scambia disagi, povertà e patologie». Maledetti negri non solo ci contagiano con le loro malattie ma ci attaccano pure il disagio e la povertà. E Salvini che fa??

Leggi sull’argomento: Come fare acquisti immorali con il reddito di cittadinanza

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