La multa da 72 milioni alla RAI per il Tg2 di Gennaro Sangiuliano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-24

Il TG2 sovranista è al centro di una contestazione sul pluralismo durante le elezioni europee arrivata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. L’accusa, alla quale l’azienda dovrà rispondere, è di aver violato il contratto di servizio

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Gennaro Sangiuliano colpisce ancora. Il TG2 sovranista è al centro di una contestazione sul pluralismo durante le elezioni europee arrivata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. L’accusa, alla quale l’azienda dovrà rispondere, è di aver violato il contratto di servizio, ovvero il testo che regola la concessione alla televisione pubblica. Nel mirino dell’authority c’è soprattutto il Tg2, ma dopo una lunga discussione il relatore del provvedimento, Mario Morcellini, ha dovuto accettare che la “minaccia” coinvolgesse tutta l’informazione Rai e non si capisce se è peggio o meglio per il sistema che ruota intorno a Saxa Rubra. «Ravvisiamo possibili violazioni – si legge nel dispositivo – in relazione ai canoni di equilibrio, pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità, indipendenza e apertura alle diverse formazioni politiche e sociali». Manca poi «un contraddittorio adeguato, effettivo e leale».

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Nel mirino non c’è solo quindi il telegiornale che ha ricicciato Togliatti per giustificare i rubli alla Lega: l’ultimo episodio, che aveva scatenato persino un caso diplomatico, risale al 26 maggio a causa di un servizio del Tg2 sull’invasione islamica in Svezia, su quartieri off limits per le forze dell’ordine, sulla legge coranica applicata in alcune aree di Stoccolma. Era intervenuta l’ambasciata svedese con una durissima nota ufficiale per criticare il taglio e il contenuto del “pezzo” che invece era piaciuto, naturalmente, a Matteo Salvini. «Svezia invasa. Stop Eurabia», aveva postato il ministro dell’Interno sui social.

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Goffredo De Marchis su Repubblica fa sapere che in azienda sono preoccupati:

La Rai adesso ha il tempo per rispondere, per confermare la sua correttezza e il pluralismo sulla base dei dati e del bilancino degli spazi concessi a tutte le forze politiche. Ma l’istruttoria non se l’aspettava e non si aspettava che venisse quantificata la maxisanzione, pari al 3 per cento del fatturato. Proprio nel momento in cui l’amministratore delegato Fabrizio Salini sta preparando il bilancio di un anno di gestione dell’azienda.

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