Cosa c’è che non va nella Manovra del Popolo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-07

Roma è l’unica nell’Eurozona ad aumentare il disavanzo e a prevedere un’accelerazione nella crescita. I rischi della procedura d’infrazione

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Perché l’Italia è isolata in Europa mentre il paese scivola verso la recessione? Dopo che ieri Giovanni Tria ha abbandonato l’Ecofin senza rilasciare dichiarazioni la sensazione di isolamento nei confronti dei partner europei si è fatta sempre più forte, ma tutto parte dalla Manovra del Popolo: come spiega oggi Gianni Trovati sul Sole 24 Ore, l’Italia va controcorrente sulle due variabili chiave intorno alle quali ruotano i conti pubblici, ovvero la crescita e il deficit. L’ambizione della manovra italiana è pesata dal fatto che siamo gli unici fra i grandi Paesi Ue a prevedere per l’anno prossimo un aumento dei ritmi di crescita.

L’1,5% messo in calendario significa tre decimali in più rispetto all’aumento del Pil 2018, che rischia di essere abbassato ulteriormente dalle analisi congiunturali che Bruxelles diffonderà domani. Nonostante l’ottimismo inevitabile nei programmi dei governi, Germania e Francia prevedono di viaggiare nel 2019 agli stessi ritmi di quest’anno, e lo stesso fa il Belgio. La Spagna vede all’orizzonte un rallentamento di tre decimali di Pil, l’Olanda di due decimali e l’Austria prevede addirittura di passare dal +3% del 2018 al +2% del 2019.

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Le previsioni su saldi e crescita nei programmi di bilancio dei 19 Paesi dell’Eurozona (Il Sole 24 Ore, 7 novembre 2018)

Nel gruppo dei Paesi che vedono un 2019 più rosa del 2018 l’Italia è in compagnia della sola Grecia, che però sta rimbalzando dalla più grave recessione della storia europea recente, oltre che di Slovacchia, Lituania e Lussemburgo, economie decisamente troppo piccole per cambiare lo scenario di fondo. Ad animare l’eccezionalità italiana, nei piani del governo, sarebbe anche un’accelerazione record nella capacità di spendere davvero i soldi per gli investimenti. Nel 2019 le Pa centrali dovrebbero riuscire a spendere il 75% dei 2,9 miliardi aggiuntivi messi in campo dalla manovra, e quelle locali il 43%.

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Il valore del debito e della spesa per interessi prevista nei programmi di bilancio 2019 (Il Sole 24 Ore, 7 novembre 2018)

Per questo Roma si è ormai rassegnata all’apertura della procedura d’infrazione, che potrebbe arrivare anche direttamente nella seconda metà di novembre. Si spera in un iter morbido, per non peggiorare la situazione sui mercati. Ma sarà difficile.

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