Il M5S era in Parlamento quando venne ratificato l’accordo sul TAP. Ma se lo era dimenticato

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-29

Dopo la manina arriva la mina. Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano ha scoperto l’esistenza di una “mina” nascosta negli accordi sul TAP firmati dal governo PD (bel 2013) per bloccare il governo del cambiamento (del 2018). Ma in realtà è un semplice accordo tra Italia e Albania ratificato dal Parlamento nel 2014, e il MoVimento lo sapeva visto che ha votato contro

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Meglio bloccare il TAP o la Manovra del Popolo? Questo è il formidabile dilemma che è stato presentato ai sostenitori del governo del Cambiamento per indorare la pillola da far mandar giù agli attivisti pugliesi che in questi giorni hanno scoperto che il M5S non è in grado di mantenere un’altra promessa elettorale: bloccare il TAP a San Foca e a Melendugno. Il MoVimento 5 Stelle ha scoperto infatti che bloccare il TAP potrebbe costare 20 miliardi di euro di penali, e così facendo si dovrebbe rinunciare al superamento della legge Fornero, al Reddito di Cittadinanza e alle tante cose buone che il governo ha annunciato di voler fare.

Le balle del MoVimento 5 Stelle sulle penali del TAP

È chiaro che nessuno vuole rinunciare alla Manovra del Popolo che ha abolito la povertà. E così il M5S si accinge a “sacrificare” gli elettori pugliesi in nome della ragion di Stato. C’è però un problema: quelle penali in realtà non esistono. O meglio non sono quello che vanno raccontando Luigi Di Maio e soci. Ieri su Facebook il MoVimento 5 Stelle ha pubblicato un post scritto da Manlio Di Stefano dove rivela che l’accordo sul TAP è stato «votato in Parlamento dal Pd, molto prima che il MoVimento 5 Stelle arrivasse al Governo». Il M5S dimentica però di ricordare che in quel Parlamento sedevano anche i deputati pentastellati che quindi ne erano a conoscenza (a meno di non voler sostenere che fossero distratti o altrove).

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Ma secondo il M5S è colpa del predecessore di Di Maio al MISE: Carlo Calenda, che ha sottoscritto l’accordo che obbliga l’Italia a pagare penali che non esistono. Si scopre così che oggi il M5S sapeva già dal 2015 che il TAP non si poteva bloccare. Ciononostante ha continuato a promettere di poterlo fermare spiegando che studiando le carte si sarebbe trovato il modo per farlo. Gli accordi internazionali firmati dall’Italia sono legittimi, così come legittima è stata giudicata la procedura di autorizzazione per il TAP che non è un’opera pubblica ma un progetto realizzato da una società (o meglio da un consorzio di società) privata. Al MoVimento degli onesti, quelli rispettosi della legge, la cosa non va giù.

 

Da leggere: Barbara Lezzi spiega che il TAP lo dovevano bloccare i governi precedenti

 

Il M5S era in Parlamento quando venne ratificato l’accordo sul TAP

Ed ecco che oggi, dopo mesi passati a raccontare che il TAP si poteva fermare “scopre” che non lo si può fare. Non in virtù delle penali perché non c’è alcun contratto tra lo Stato italiano e il Consorzio TAP e l’opera è privata ma di interesse pubblico e non opera pubblica. Ma in virtù dell’Autorizzazione unica firmata dal MISE nel maggio del 2015. Cosa ha scoperto invece il M5S?

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Che nel 2014 il Parlamento italiano ha ratificato il trattato Italia-Albania-Grecia (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 gennaio del 2014) stipulato il 23 ottobre 2013. Il famigerato “accordo internazionale” che ha dato il via libera alla realizzazione dell’opera con l’Italia che si impegna a non ostacolarla. Non si tratta di un contratto, perché non è coinvolto l’Investitore, ovvero TAP. Quel documento quindi non dimostra nulla perché non è un contratto tra lo Stato Italiano e TAP.

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All’epoca il M5S votò contro la ratifica del trattato. Una posizione legittima che però dimostra come il partito di Di Maio fosse già a conoscenza dell’esistenza dell’accordo del quale si è improvvisamente ricordato l’esistenza in queste ultime ore. Quell’accordo però non prevede penali miliardarie ma semplicemente obbliga le parti (i Paesi) a non porre in essere azioni che vadano contro la realizzazione del progetto in nome del mutuo interesse. Non ci sono penali e il bello è che tutti possono leggere il testo dell’accordo e rendersi conto che è così. Manlio Di Stefano, Luigi Di Maio, Carla Ruocco e tutti i parlamentari che stanno in queste ore condividendo l’articolo sulla storia delle penali inserite nell’accordo con l’Albania stanno mentendo ai cittadini. Così come quando hanno mentito agli elettori quando hanno promesso di fermare la costruzione del TAP in quindici giorni. Le penali di cui parla Di Maio sono le normali procedure di risarcimento che sono sempre previste in questi casi. Per il partito della trasparenza invece è «una mina lasciata a terra dagli imbroglioni per natura che ci hanno preceduto, ed è impossibile da disinnescare». Dopo la manina, dopo il delitto perfetto dell’Ilva ecco che spunta il complottone del PD che ha firmato un accordo per impedire al M5S di bloccare il TAP o, in alternativa, di varare la Manovra del Popolo.

 

Leggi sull’argomento: TAP: nessuna penale e il M5S lo sapeva

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