Cosa ha capito Luigi Di Maio di Triton

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-07-13

Secondo il M5S il fatto che in Italia arrivino in un giorno più migranti di quanti ne siano arrivati in Spagna in un anno intero è la prova che Renzi e Gentiloni hanno svenduto il Paese a Frontex. Ma la realtà dei fatti è che l’Italia è al centro di una serie di rotte migratorie più battute. E che la procedura operativa sugli sbarchi applicata da Frontex si applica anche in altri paesi dove sono attive missioni congiunte di pattugliamento

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Booom! Così titola il MoVimento 5 Stelle mentre annuncia che Luigi Di Maio ha le prove che Renzi ha svenduto l’Italia per il bonus da 80 euro. In che modo? Secondo il vice presidente della Camera – che ieri è volato a Bruxelles per assistere all’audizione del direttore di Frontex Fabrice Leggeri – l’ex Premier avrebbe consentito lo sbarco dei migranti in Italia in cambio della possibilità di concedere il bonus Irpef. Per Di Maio l’accordo firmato dal governo con Frontex è addirittura alto tradimento.

Quello che i 5 Stelle non dicono su Triton

Purtroppo come al solito i 5 Stelle fanno confusione tra una serie di questioni. Ma soprattutto non hanno le prove che Renzi abbia fatto delle concessioni a Frontex per poter ottenere dalla UE il permesso a erogare i vari bonus. Non le hanno mostrate perché queste prove non sono emerse durante l’audizione di ieri. Se da un lato è vero che Triton prevede che tutti i migranti salvati dagli assetti che partecipano alla missione (sono esclusi quindi sia i vascelli delle ONG che quelli della Marina che non fanno parte di Triton) vengano trasferiti nei porti italiani, non sono emersi elementi per consentire di dire che “Renzi e il PD ci hanno svenduti per 80 euro”.
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Stiamo parlando dell’accordo stabilito nell’allegato 3 del piano operativo di Frontex, quello secondo il quale i migranti salvati in mare da Frontex dovevano essere sbarcati in Italia. Di Maio però confonde le imbarcazioni che salvano i migranti con quelle che partecipano a Triton. O meglio, dal suo discorso sembra che tutte le imbarcazioni che operano nel Mediterrano centrale siano quelle di Triton. Ma non è così. La missione di Frontex non è – contrariamente a Mare Nostrum – una missione di ricerca e soccorso in mare. Certo, anche le imbarcazioni di Triton hanno effettuato salvataggi in mare ma è bene ricordare che le navi delle ONG non partecipano a Triton. E che la maggior parte dei salvataggi in mare non è eseguita da imbarcazioni poste sotto il controllo di Frontex.
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In un video pubblicato sulla sua pagina Di Maio si lamenta che “oltre 180 mila migranti sono sbarcati in Italia” mentre “solo 8.000 sono sbarcati in Spagna”. Insomma l’Italia starebbe subendo ingiustamente i soprusi di Frontex e dell’Europa mentre altri paesi – come la Spagna – se la cavano con poco.

Come funzionano le operazioni congiunte di Frontex?

Ma il motivo è che le operazioni di Frontex guidate dalla Spagna (Minerva, Indalo ed Hera) sono su rotte migratorie meno battute. Questo se non altro conferma che Frontex opera allo stesso modo ovunque, ovvero i migranti salvati nell’ambito delle singole operazioni vengono trasferiti nei porti dei vari “host country”. Ad esempio quelli salvati dall’operazione Poseidon Sea vengono trasferiti in Grecia. Lo si può leggere negli allegati del piano operativo dell’operazione.
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Si tratta quindi di una procedura operativa standard di Frontex. Frontex precisa tra l’altro che in base al principio di non-respingimento le persone tratte in salvo non possono essere sbarcate in un paese dove la loro vita sarebbe a rischio. Questo avviene in accordo con la Convenzione di Amburgo che sancisce che le persone soccorse in mare debbano essere trasferite verso il porto sicuro più vicino. Non è quindi vero – come dice Di Maio – che “gli altri paesi hanno chiuso i porti” ma è la posizione geografica dell’Italia rispetto a quei flussi migratori a dare luogo a questa situazione. E non si può certo dire che sia colpa di Renzi.

Dov’erano i 5 Stelle quando l’Italia chiudeva Mare Nostrum e Frontex dava il via a Triton?

Vi ricordate cosa diceva il MoVimento 5 Stelle quando è entrato in Parlamento? La loro idea era di aprirlo “come una scatoletta di tonno”. Sorprende quindi che si accorgano solo ora, a tre anni dall’avvio di Triton, del contenuto degli accordi. Non erano stati eletti per vigilare sull’operato delle istituzioni? Che fine ha fatto l’operazione “fiato sul collo” della quale vanno tanto orgogliosi? I 5 Stelle si sono mossi solo ora dopo le dichiarazioni di Emma Bonino della settimana scorsa. Ci sarebbe da chiedersi cosa hanno fatto in questi tre anni a parte perdere tempo dietro le fantasiose ipotesi del procuratore Zuccaro sui rapporti di connivenza tra Ong e scafisti. Un altro aspetto della vicenda che i pentastellati danno per certo ma che è stato completamente smentito.
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Ma c’è di più. Sul Blog di Grillo c’è un post a firma del M5S Camera datato ottobre 2014 nel quale si attacca l’operazione Mare Nostrum definendola “Affare Nostrum”. Ora Di Maio propone di chiudere Triton e minaccia di gestire i rimpatri e l’accoglienza “prendendo i soldi da quel budget che diamo ogni anno all’Unione Europea”. I 5 Stelle dimenticano però che non sono tanto gli sbarchi a rappresentare il problema quanto la mancanza del rispetto delle quote di ripartizione dei migranti. Ed è un vero peccato che al Parlamento europeo il M5S faccia parte del gruppo parlamentare assieme all’UKIP di Nigel Farage, fieramente contrario all’arrivo di migranti (pure quelli intraeuropei). Indovinate qual è l’unico paese europeo esentato dalla ripartizione? Il Regno Unito.

Leggi sull’argomento: Allegato 3: chi ha deciso che i migranti soccorsi da Triton devono sbarcare in Italia?

 

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