Politica

Lo scherzone in preparazione a Renzi dopo il voto in Sicilia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-10-23

L’apertura di Speranza è tattica. L’offensiva partirà dopo il voto in Sicilia. Il segretario: «Vogliono accerchiarmi»

article-post

L’apertura di Roberto Speranza è tattica: la vera offensiva nei confronti del segretario del Partito Democratico arriverà dopo il voto in Sicilia. Dove si prospetta un candidato del PD al terzo o addirittura al quarto posto, senza alleanza con la sinistra. E il risultato servirà, secondo le intenzioni di molti fuori e dentro il Partito Democratico, per esautorare Matteo Renzi e costringerlo a un’alleanza con MDP e gli altri a sinistra per limitare i danni alle prossime elezioni politiche. Tommaso Ciriaco su Repubblica spiega che è questa la  strategia dei congiurati:

Ma il vero obiettivo dell’apertura di Speranza è un altro. E guarda già al prossimo sei novembre, nel day after delle elezioni regionali siciliane. Il coordinatore di Mdp sa bene che nel cuore del Partito democratico si sta coagulando quasi spontaneamente una vasta area ostile al segretario. E che molti immaginano un intervento diretto di Romano Prodi e Walter Veltroni per dare l’ultima “spinta” al segretario.
Andrea Orlando, per dire, indica da mesi un “ribaltone” sulla premiership come l’unica soluzione ai guai del Pd: «Matteo non può essere il nostro candidato, resti segretario e favorisca l’unità del centrosinistra». Dario Franceschini, altro teorico dell’alleanza “da D’Alema a Bersani”, in privato descrive la sconfitta di Micari come un possibile tsunami interno: «E a quel punto – confida ai suoi – toccherà a tutti noi imprimere la svolta». Concetti che si avvicinano molto a uno scenario di commissariamento.

roberto speranza matteo renzi enrico letta
Ma i renziani non rimangono con le mani in mano. E pensano ad incassare il sì al Rosatellum prima del voto in Sicilia per poi passare al famoso “tavolo” con MDP:

Tra il dire e il fare, ancora una volta, c’è Renzi. Il segretario non mollerà di un millimetro sul Rosatellum. E per parare l’assalto interno ha già incaricato Lorenzo Guerini di curare la diplomazia del Nazareno. Il coordinatore marcherà stretto i capi corrente dem. E tesserà la tela con Mdp. In queste ore è previsto un contatto telefonico tra Guerini e Speranza, per alimentare il dialogo: «Portiamo a casa la legge elettorale – è la linea – poi sediamoci attorno a un tavolo».
Un incontro è possibile, dunque, ma soltanto a Rosatellum approvato. In tasca, il renziano ha già un elenco dei punti su cui trattare: legge di bilancio, ius soli e l’eventuale programma di coalizione. Non è detto che basti, né che una mediazione parta davvero. Di certo non ci crede Massimo D’Alema: «Discutere con Matteo – dice in giro – è solo una perdita di tempo».

Leggi sull’argomento: Rosatellum Bis: la legge elettorale voluta dal PD rischia di far perdere (male) il PD

 

Potrebbe interessarti anche