La lettera di Marcello De Vito a Virginia Raggi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-24

Il presidente dell’Assemblea Capitolina agli arresti per l’inchiesta Congiunzione Astrale scrive ai consiglieri e alla sindaca

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“In questo periodo ho pensato spesso, per il rispetto che nutro verso l’istituzione, al fatto di dimettermi dalla carica di presidente dell’Assemblea capitolina, carica che ho amato e che ritengo di avere svolto con onore per un verso, con piena cognizione dei suoi equilibri e tecnicismi dall’altro. Ma non posso, non voglio e non debbo farlo!“. Così il presidente del Consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito, agli arresti per corruzione nell’ambito di un’indagine della Procura di Roma collegata alla vicenda dello stadio della Roma, in una lettera inviata al sindaco di Roma, Virginia Raggi, al vicepresidente vicario dell’Assemblea Capitolina, Enrico Stefano, ai consiglieri comunali e al segretario generale del Campidoglio.

La lettera di Marcello De Vito a Virginia Raggi

“Darò tutte le mie forze per tutelare la vita della mia famiglia e la mia. Ai sensi del regolamento del Consiglio comunale – prosegue il testo- considero le assenze dal 20 marzo 2019 contrarie e comunque non imputabili alla mia volontà nonché la sospensione e la temporanea sostituzione prive di presupposti. Credo con forza nella giustizia e giustizia con forza chiedo!“.

Marcello De Vito è attualmente agli arresti per corruzione nell’ambito dell’inchiesta Congiunzione Astrale che ha portato in carcere anche il socio Camillo Mezzacapo. In un passaggio della lettera De Vito dice anche di non sentirsi espulso dal M5S:  “Care colleghe e cari colleghi considero privo di presupposti qualsiasi atto che mi abbia privato di qualcosa: sia esso la libertà personale, la carica (anche in via temporanea), la stessa iscrizione agli M5S”.

La lettera continua: “Sono pronto per il giudizio. Non sono corrotto né corruttibile e confido nel pieno e positivo accertamento in tal senso da parte della magistratura. Nell’immediato ho provato rabbia e delusione per le parole di abbandono degli “amici”. Posso dire che ho ricevuto maggiore solidarietà delle persone in queste retrovie che in qualsiasi altro posto”. E continua: “E’ complesso far comprendere quanto queste mura possono insegnarti e farti ragionare sui valori di base. Posso dire che sono più forte di prima”.

In un altro passaggio della lettera De Vito scrive: “Certamente in questo tempo mi sono chiesto cosa potrebbe decidere il nostro leader (Di Maio ndr) per se stesso, ove fosse sottoposto ad un giudizio: sicuramente proporrebbe un quesito ad hoc, come quello ideato sul caso Salvini-Diciotti, da sottoporre al voto online. Così come ho ricordato che il nostro codice etico prevede l’espulsione dall’M5S solo in caso di condanna e non si presta ad opinabili interpretazioni a seconda dei casi o peggio, all’arbitrio del nostro leader”.

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