Chi ha incastrato Garavaglia e Laura Castelli?

di dipocheparole

Pubblicato il 2019-05-20

Il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia, nominato insieme a Laura Castelli dopo un lungo tira e molla con il ministro Tria, dice oggi a Mario Sensini del Corriere della Sera che la nomina sua e della collega a commissari alla spending review sono state revocate: Spending review, sono state formalizzate le nomine sue e di Laura …

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Il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia, nominato insieme a Laura Castelli dopo un lungo tira e molla con il ministro Tria, dice oggi a Mario Sensini del Corriere della Sera che la nomina sua e della collega a commissari alla spending review sono state revocate:

Spending review, sono state formalizzate le nomine sue e di Laura Castelli a commissari?
«C’è stato un problema, e sono state revocate».

Che è successo?
«Preferisco non parlare. Ma per me non cambia nulla, facevo le stesse cose prima e continuo a farle adesso».

laura castelli

Le parole di Garavaglia lasciano con il fiato sospeso: chi ha incastrato lui e Laura Castelli, proprio ora che dovevano mostrarci il loro talento nel reperire i 23 miliardi che servono a non far scattare le clausole di salvaguardia? Sappiamo già dal 28 aprile scorso che la nomina è stata ritirata perché come si leggeva nella nota diffusa da Palazzo Chigi alla fine di aprile, l’incarico sarebbe stato conferito «a norma dell’articolo 11 della legge 400/1988», quella che disciplina i commissari di governo: e sarebbe quindi dovuta avvenire con decreto del Quirinale. Ma la norma sui commissari alla spending è un’altra, la 69 del 2013, sfocia in un decreto di Palazzo Chigi ed è quella seguita Carlo Cottarelli prima e Yoram Gutgeld poi.

Ma articoli e commi a parte, la retromarcia sui due commissari riporta al primo livello del governo un dossier che diventa sempre più centrale per i prossimi passi della politica economica. L’altro inedito degli ultimi passaggi sul tema risiede infatti negli obiettivi della nuova tornata di revisione della spesa, già fissati direttamente nel Documento di economia e finanza approvato il 9 aprile. A differenza del passato l’impegno non è generico ma cifrato: e punta a due miliardi nel 2020, per salire a 5 nel 2021 e arrivare a 8 nel 2022, ultimo anno di programmazione. Le cifre messe nero su bianco dal Documento, che ha anche ufficializzato lo stop definitivo ai due miliardi nel 2019 congelati a dicembre con la clausola sulla spesa, serve per provare a costruire una base più solida su un impegno che finora ha faticato a tradursi in fatti.

Ma da allora non è stato fatto nulla. Perché?

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