La Postepay di cittadinanza

Categorie: Opinioni

Luigi Di Maio ha partecipato a un forum con la redazione del Fatto Quotidiano e l’occasione era ghiotta per spiegare alcune caratteristiche del reddito di cittadinanza che secondo il MoVimento 5 Stelle entrerà in vigore il 31 marzo – e non a gennaio come sosteneva e prometteva Laura Castelli – anche se con molti paletti tra i quali spunta anche il possesso di un’automobile con una certa cilindrata. Il bisministro nonché vicepremier però svela altri dettagli molto interessanti sul reddito di cittadinanza, tra cui quello delle tessere:



Per richiedere il reddito di cittadinanza non servirà nessuno sportello. Sarà tutto informatizzato, con l’identità digitale. Chi è povero spesso non ha Internet . Ci saranno punti Internet disponibili, e comunque i due terzi della platea sono composti da gente che ha qualche entrata. Dopodiché, da gennaio un sito internet dirà a tutti che dovranno preparare entro marzo i documenti necessari da caricare sul portale per chiedere il reddito, a partire dal certificato dell’Isee.

Che platea prevedete?
Oltre 5 milioni, ma prevediamo almeno dieci milioni di richiedenti. E tutti dovranno certificarsi tramite l’id en ti tà digitale, la Spid. Si è parlato molto delle tessere per spenderlo.



Che tessere saranno? 
Saranno normali tessere Poste Pay, con un microchip intelligente che impedirà di usarle per spese come il gioco d’azzardo. Ma da fuori saranno come le altre, per non mettere a disagio nessuno.



Quindi niente social card di Tremonti o meglio, mentre verrà utilizzata la convenzione le tessere avranno una forma più “potabile” e non ci saranno differenze, dall’esterno, con i normali strumenti di Poste. E Di Maio conferma anche il Navigator,  “quelli per cui mi hanno preso ingiro (sorride, ndr), che dipenderanno dall’Agenzia nazionale per le Politiche del lavoro. Per metterli in campo faremo assunzioni e riqualificheremo personale già esistente. Saranno loro a mettere in contatto i cittadini e il mondo del lavoro, ossia i centri per l’impiego e quelli privati, perché all’inizio il sistema sarà un misto di pubblico e privato. Questi tutor avranno tablet e cellulare sempre collegati a un terminale che incrocia domanda e offerta, ma andranno anche a casa delle persone”. Ci sono qui altri aspetti poco chiari: a cosa serve la riforma dei centri per l’impiego se poi lo Stato ha la possibilità di affidarsi anche a soggetti privati. Chi pagherà la formazione fornita dalle agenzie private? Di Maio dice che le agenzie «hanno già le loro dinamiche», tra cui però non risulta esserci quello di fare beneficenza. L’importante ha aggiunto Di Maio «è che ci sia una persona che viene pagata in base a quanti me ne ricolloca nel lavoro di chi rientra nel programma».Il Navigator quindi sarà pagato – in parte o del tutto – a cottimo. Quante possibilità ci sono che il servizio dei Navigator venga affidato direttamente alle agenzie private che già fanno questo di lavoro e che già sono accreditate come enti di formazione regionale? Viste le premesse sono parecchie. Ma a questo punto la riforma dei centri per l’impiego rischia di rimanere lettera morta.

Leggi sull’argomento: Ma cosa ha da festeggiare in discoteca il M5S dopo Corinaldo, Strasburgo e lo spread?