Politica
Il silenzio imbarazzato della Lega sui due eletti sospettati di aver preso il bonus 600 euro
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-08-12
Ieri Il Fatto Quotidiano e il Corriere della Sera hanno scritto che i nomi sono quelli di Andrea Dara ed Elena Murelli ma loro si sono chiusi in un silenzio epocale
Mentre Matteo Salvini pubblica immagini delle sue cene, in casa della Lega non si sente volare una mosca sulla storia dei due eletti sospettati di aver preso il bonus 600 euro Partite IVA. Ieri Il Fatto Quotidiano e il Corriere della Sera hanno scritto che i nomi sono quelli di Andrea Dara ed Elena Murelli ma loro si sono chiusi in un silenzio epocale:
«È un referendum — argomenta Gianmarco Centinaio —che non sta appassionando nessuno tra i cittadini». Ne consegue — continua il leghista — che la vicenda «furbetti» sia «un modo per far pensare agli italiani che tutti i parlamentari sono brutti cattivi spendaccioni e ladri. Complicità del presidente Inps Tridico? Non lo so, vediamo come finisce questa storia e poi ne riparliamo». Nell’attesa continua la caccia ai tre parlamentari. Dentro la Lega le verifiche del partito si concentrano su Andrea Dara ed Elena Murelli che, se i sospetti saranno confermati, non faranno più parte del partito. «Dara sta verificando con il commercialista», ammette un esponente del movimento guidato da Matteo Salvini. E la Murelli? Silenzio. L’unico dato certo è che il leader leghista «sospenderà» chiunque è coinvolto in questa vicenda. E il M5S? Luigi Di Maio continua a fare la voce grossa: «Gli italiani devono sapere, serve trasparenza». Il M5S starebbe raccogliendo le firme tra i suoi parlamentari — diversi i perplessi — per autorizzare l’Inps a pubblicare i nomi.
Fatto sta che da quelle parti non filtra nulla. Non si conosce l’identikit del benefattore del bonus che indossa la maglia del Movimento. Infine ci sarebbe un deputato di Italia viva che avrebbe fatto richiesta del bonus ma senza alcun esito.Qui la cerchia delle indiscrezioni si restringe a Sara Moretto e Michela Rostan. Ma entrambe, interpellate dal Corriere, respingono categoricamente. «E’ assolutamente falso», assicura Rostan. Le fa eco Moretto: «Non ho richiesto alcunché. Ho verificato ieri con il commercialista».
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