FAQ
Prove tecniche di governo Lega-M5S
Alessandro D'Amato 14/03/2018
Con il passare dei giorni Salvini e Di Maio muovono impercettibili, ma costanti passi di avvicinamento. Con la scusa delle Presidenze, pianificano anche il resto. Hanno i numeri per approvare una legge elettorale con il premio di maggioranza. Possono prendere “in ostaggio” il DEF. E perfino guidare la commissione speciale che sostituisce le commissioni tematiche parlamentari
Il reddito di cittadinanza grillino e il reddito di autonomia che la Regione Lombardia ha varato; il nemico comune della Legge Fornero; i taxi del mare poi rinnegati da Di Maio e la stretta sui clandestini: i punti di contatto tra Lega e MoVimento 5 Stelle sono soprattutto programmatici ma, scrive oggi Tommaso Ciriaco su Repubblica, le due rappresentanze diplomatiche si sentono ormai quotidianamente.
Il governo Lega-M5S
Ne fanno parte, tra gli altri, Alfonso Bonafede e Max Fedriga, Gianmarco Centinaio e Danilo Toninelli: “con la scusa delle Presidenze, pianificano anche il resto. Insieme, ad esempio, hanno i numeri per approvare una legge elettorale con il premio di maggioranza. Possono prendere “in ostaggio” il DEF. E perfino guidare la commissione speciale che sostituisce le commissioni tematiche parlamentari finché non nasce un nuovo esecutivo. Che è poi il colpo grosso di questa partita”. Anche se sarà la presidenza delle camere il primo punto della trattativa per le prove tecniche di avvicinamento al governo Lega-M5S.
I numeri delle due forze sono schiaccianti. Alla Camera sfiorano i 350 deputati, al Senato superano quota 170. Potrebbero però non bastare per un governo politico se davvero i tanti deputati grillini del Sud dovessero dare seguito alle loro minacce in caso di alleanza con Salvini. Ma su questo tema c’è confidenza che alla fine finisca come le altre volte in cui i leader della corrente sudista e di sinistra hanno piegato la testa per non perderla e hanno accettato le decisioni di chi comanda nel partito. Altrimenti si potrebbe allargare il Patto di Neanderthal ai Fratelli d’Italia per costruire quel governo dellaggente che avrà tutte le possibilità per dimostrare sul campo quello che ha promesso in campagna elettorale.
Gli elettori M5S vogliono la Lega
D’altro canto SWG dice che tra gli elettori M5S la maggioranza (risicata) vuole l’alleanza con la Lega e non certo con il Partito Democratico, indicato da sempre come il Male Assoluto da combattere ad ogni costo.
E però con il passare dei giorni Salvini e Di Maio muovono impercettibili, ma costanti passi di avvicinamento. Con quali motivazioni? Per il reggente grillino pesa l’ambizione di governo, ma anche la tattica: non escludere una convergenza con il Carroccio può spaccare il Pd e farlo sedere al tavolo della trattativa.
Salvini, invece, inizia a valutare un rischio che suona più o meno così: e se le elezioni anticipate favorissero un’operazione macroniana moderata, ridimensionando la sua opa sul centrodestra? Costi e benifici da pesare sulla bilancia della politica. E da mettere a confronto con la forza del pallottoliere.
Le convergenze parallele potrebbero arrivare presto al punto di incontro. Per scongiurare il governissimo proposto oggi dal Partito Democratico e che però non si può fare senza Salvini e Di Maio. I quali però per essere ascoltati dal Quirinale dovrebbe avere anche la forza di proporre un’alternativa. E quell’alternativa può essere l’accordo tra i due vincitori delle elezioni su un governo in cui ciascuno cede qualcosa (Di Maio dovrebbe cedere la leadership, anche se non ha voglia di trattare).