Paragone e quelli di Italexit diffidano Mattarella dal controfirmare l’ultimo decreto perché “discriminatorio”

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2021-12-30

Il senatore di Italexit Gianluigi Paragone ha diffidato Mattarella – insieme a due colleghi – dal controfirmare l’ultimo decreto per il contenimento del Covid, portando come prova una risoluzione del Consiglio d’Europa che però non è vincolante per gli Stati che ne fanno parte

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Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri dell’ultimo decreto legge sulle “misure urgenti per il contenimento della diffusione dell’epidemia Covid-19”, i senatori di Italexit Gianluigi Paragone, Carlo Martelli e Mario Giarrusso hanno presentato una diffida al presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella quale chiedono che il provvedimento non venga controfirmato dal Capo dello Stato “a causa della sua palese incostituzionalità”. “Tra le nuove misure introdotte – si legge in una nota di Italexit – vi sarebbe l’obbligo di essere muniti della certificazione verde COVID-19 rafforzata al fine di poter accedere a tutti i servizi di trasporto pubblico. La Risoluzione 2383/21 dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio D’Europa prevede che fino a quando non esisteranno prove scientifiche chiare e consolidate, potrebbe essere discriminatorio revocare le restrizioni per coloro che sono stati vaccinati mantenendole per coloro che non lo hanno fatto. Questa discriminazione si concretizzerebbe pienamente nel Ddl in questione, in quanto tutte le categorie di persone, sane, non in possesso di un certificato di guarigione, né di un certificato di vaccinazione, requisiti non obbligatori a legislazione vigente, si troverebbero nell’impossibilità di spostarsi sul territorio nazionale”.

Paragone e quelli di Italexit diffidano Mattarella dal controfirmare l’ultimo decreto perché “discriminatorio”

Quello che Paragone e soci ignorano (o fingono di ignorare) però è che la loro diffida poggia su basi affatto solide. Il Consiglio D’Europa è infatti un organismo di cooperazione internazionale, e le sue risoluzioni non sono giuridicamente vincolanti per gli Stati membri o per l’Unione europea. La portavoce Tanja Kleinsorge, intervistata dalla testata tedesca Correctiv, ha confermato che “possono avere al massimo un’influenza indiretta” sulla legislazione degli Stati membri.

“In particolare – prosegue la nota di Italexit – a essere discriminati sarebbero gli abitanti delle Regioni insulari e delle isole minori, che risulterebbero impossibilitati a raggiungere il continente. Inoltre verrebbe meno la possibilità per Senatori e Deputati di adempiere il proprio mandato parlamentare, a meno che non si uniformassero a ciò che, non essendo un obbligo di legge, si configurerebbe come arbitrio. Per questo Paragone, Martelli e Giarrusso diffidano la Presidenza della Repubblica dal firmare un decreto che non solo sarebbe discriminatorio e incostituzionale, oltre a violare regolamenti e risoluzioni sovraordinate rispetto all’ordinamento italiano, ma minerebbe direttamente lo Stato di diritto”.

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