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C’era una volta una Gatta: Margherita lascia la Giunta Raggi (Oh Nooooo!)
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-09-23
Con il rimpasto di oggi salutiamo la naturopata che aveva un “approccio olistico” alle buche di Roma e che ci spiegava che “12 vaccini sono troppi”. Un vero peccato il suo addio!
Nell’odierna mattanza di assessori che Virginia Raggi ha effettuato spicca l’addio di Margherita Gatta. La sindaca ha spiegato la decisione con la necessità di passare dall’azione dei tecnici a quella dei politici, ma non si capisce cosa c’entri la Gatta in tutto ciò: era stata presentata ufficialmente alla stampa insieme a Rosalba Castiglione con una biografia in cui spiccava la posizione di “dirigente apicale nell’ufficio Contratti della Direzione Amministrazione e Controllo” dell’Inarcassa, ovvero della Cassa nazionale di Previdenza per gli Ingegneri e gli Architetti Liberi Professionisti.
Subito dopo però nella biografia pubblicata successivamente sul sito del comune però spariva la locuzione di “dirigente apicale” dell’ufficio Contratti. Il motivo risiedeva forse nella nota che l’Inarcassa ha rilasciato sul suo sito: «In merito alle notizie biografiche relative alla neo assessora al Comune di Roma, Margherita Gatta, Inarcassa rende noto che non ha mai ricoperto incarichi dirigenziali all’interno dell’Ente, essendo inquadrata come impiegata amministrativa, attualmente in aspettativa contrattuale». Successivamente si scoprì meglio cosa avesse di tecnico l’incarico a Gatta: in un’intervista si dichiarò contraria all'”abuso di vaccini” perché secondo lei erano troppi i dodici da somministrare “ai neonati”. Fece anche sapere che lei era una “Naturopata” e che voleva applicare la naturopatia alle strade di Roma: «Le strade di Roma sono tutte da rifare, perché finora i lavori sono stati eseguiti male e solo in superficie. Il manto stradale invece è composto da tre strati e se non si interviene alla base, dopo poco si deteriora. Occorre guardare gli organismi nel loro insieme».
Qualche tempo dopo, in un’altra intervista, spiegò il suo approccio olistico alle buche di Roma:
I rischi per chi come lei lavora sulla manutenzione stradale sono altissimi.
«La probabilità che possa accadere qualcosa è commisurata all’estensione della rete di Roma… ma la mattina non mi sveglio con l’ansia. Il mio approccio è olistico, è quello della naturopata. Ma ho anche lavorato con i giudici della Cassazione, come giornalista per il Sole 24 Ore e amo dipingere. Nella vita non mi sono mai fermata, se mi guardo indietro mi chiedo come ho fatto. Le mie esperienze mi hanno insegnato che bisogna comprendere i problemi alla radice per risoverli».Ora nel suo staff ha Marco Martens, il Patch Adams delle strade. Anche lui porterà qualche idea.
«Le idee qui le porto io. Marco è una persona molto carina, si deve ambientare come ho fatto io. Ci vorrà un po’ di tempo, ma poi saprà aiutarci».
Infine nel maggio 2019 annunciò festosa: l’emergenza buche a Roma è finita: «Abbiamo fatto una lotta senza sosta e investito tanto. Non è giusto che venga messa in evidenza solo Roma. Tutte le altre città le hanno».
Oggi ci saluta perché evidentemente il suo lavoro è ormai compiuto.
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