Cosa c’è dietro la rissa tra Fratelli d’Italia e Lega

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L'impasse politica del partito della Meloni, la fuga degli eletti verso il Carroccio e le accuse di nepotismo alla leader fanno del partito degli ex AN un palcoscenico incandescente. E ad altissimo rischio

Ieri alla Camera è andata in scena una rissa inedita tra parlamentari di due schieramenti che governano in tutta l’Italia insieme: Fratelli d’Italia e Lega. I due partiti sono forze componenti del centrodestra ma da qualche tempo i rapporti tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini si sono molto freddati per questioni politiche, delle quali la rissa alla Camera è solo la punta dell’iceberg.



Cosa c’è dietro la rissa tra Fratelli d’Italia e Lega

Proprio ieri mattina infatti un articolo di Repubblica riepilogava i termini della diaspora in atto in Fratelli d’Italia, che solo a Roma ha portato quattordici tra consiglieri eletti e alte personalità del partito a lasciare Giorgia Meloni. Il racconto parte dalla convocazione per oggi dell’assemblea nazionale del partito, composta da 450 persone, arrivata soltanto martedì notte (via Whatsapp) o mercoledì mattina (via mail). Una convocazione che ha messo già in partenza a repentaglio la partecipazione. A questo si può aggiungere anche la mail inviata sabato 23 giugno dall’Organizzazione di FdI in cui si chiedeva ai militanti di dare la propria opinione sul governo Conte e sul posizionamento di FdI.



Nel questionario che il militante di FdI è stato chiamato a compilare si chiedeva un giudizio sul governo Conte e non è difficile comprenderne il perché: oggi il partito della Meloni soffre della concorrenza elettorale di Salvini che è al governo e può intestarsi le lotte come quella contro le ONG, mentre FdI si trova nella scomoda situazione di dovere o applaudire il governo, invitando così i suoi elettori a votare Lega la prossima volta, o criticarlo mentre gran parte del suo elettorato lo elogia. Uno stallo politico che mette in seria difficoltà anche l’esistenza stessa di Fratelli d’Italia di fronte a una Lega nazionale che si è mangiata tutte le sue issues.

Le accuse ai dirigenti di Fratelli d’Italia

A questo problema se ne aggiunge un altro. Quando se ne sono andati sbattendo la porta, Santori e Iadicicco hanno puntato il dito sulla gestione “familistica” di Fratelli d’Italia, che a loro parere non terrebbe conto della meritocrazia nelle scelte su candidature e posti da ricoprire. L’articolo di Repubblica firmato da Matteo Pucciarelli andava ancora più a fondo nella questione:



«Fdi è in mano a gruppi di potere familiari e d’affari», si legge online nei forum ribelli. Il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, è il cognato di Giorgia Meloni (ha sposato la di lei sorella). La famiglia La Russa — Ignazio e Romano — si è rafforzata con l’ingresso in Parlamento del genero di Romano, Marco Osnato. Il capogruppo al Senato Sergio Berlato è legatissimo alla deputata Maria Cristina Carretta, entrambi rinviati a giudizio per una storia di tesseramenti gonfiati ai tempi del Pdl in Veneto.

Una new entry del partito come Mario Mantovani, potente ex vicepresidente della giunta lombarda, super berlusconiano anche lui finito in mezzo a pesanti grane giudiziarie, alle scorse politiche riuscì a mettere in lista la figlia Lucrezia. E adesso? «È vero che destra e sinistra sono categorie superate — ragiona Jonghi Lavarini — ora la divisione è tra sovranisti e mondialisti. Ma va bene così, il primo fascismo era trasversale e anti-establishment. Come lo è questo governo…».

Come si vede, anche nella grande famiglia di Fratelli d’Italia i veleni interni abbondano. E molti sognano la terra promessa da Salvini. Infatti si racconta che molti dei fuoriusciti romani volessero passare al Carroccio e appoggiare il governo Lega-M5S, ma questo gli è stato impedito da un veto chiesto a Salvini dalla stessa Meloni. Ma adesso che cominciano a volare schiaffi anche in parlamento, il veto reggerà?

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