Il Coronavirus e i rischi per l’ENI

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-03-25

Il governo si sta muovendo ed è in cantiere un provvedimento che porti al potenziamento del “golden power” per le aziende strategiche che rischiano scalate ostili, ma intanto il primo colpo potrebbe darlo il Copasir

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Il Copasir, il Comitato parlamentare per i Servizi, ha diffuso tra i suoi componenti un documento per accendere i riflettori dell’opinione pubblica interna e internazionale sul “rischio-Italia”. Ovvero sulla possibilità che in una fase di debolezza dei prezzi di Borsa un’impresa come l’ENI possa essere acquistata a prezzi di saldo oppure che sui suoi titoli si avvii una speculazione.

Il Coronavirus e i rischi per l’ENI

Fabio Martini spiega oggi sulla Stampa che il primo segnale è arrivato da Piazza Affari. Il titolo dell’Eni ha subito negli ultimi giorni una flessione poderosa e innaturale, che è arrivata a sfiorare addirittura il 50 per cento, un valore così basso da rendere possibile ogni azione ostile. E non c’è solo questa preoccupazione tra i servizi segreti:

Il secondo elemento di preoccupazione è legato alla consueta ridda di fake news allarmistiche che corrono sulla Rete. Un documento stilato dall’European External Action Service, l’agenzia diplomatica dell’Ue – è stato pubblicato dal “Financial Times”: operatori russi starebbero cercando di inquinare l’informazione in merito al coronavirus, con l’obiettivo di alimentare paura, allontanando l’accesso dalle informazioni veritiere sull’epidemia.

crotone coronavirus dottori infermieri malati

Terzo fronte, quello dell’ordine pubblico nel Mezzogiorno. Sinora il contagio si è diffuso con modalità controllabili, grazie a diversi fattori, a cominciare dal pugno di ferro sfoderato dai Governatori, in particolare dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Ma la vicenda dell’ospedale di Crotone, dove 300 medici si sono messi in malattia, ha fatto scattare l’allarme rosso. Non tanto per la vicenda in sé che ovviamente è tutta “endogena” ma per l’effetto-imitazione che potrebbe produrre, laddove il contagio dovesse diffondersi maggiormente.

Non è sfuggita ai radar neppure il post sui social del “Comandante Alfa”, tra i fondatori delle teste di cuoio dei carabinieri, da anni in pensione, che ha definito inutili i decreti e ha chiesto lo schieramento dell’esercito, il coprifuoco, i confini chiusi. Una sortita di natura personale, ma che è stata “attenzionata” per le suggestioni che può produrre in un’opinione pubblica facilmente infiammabile.

In realtà a essersi messi in malattia non sono stati “medici” ma operatori sanitari (tra cui medici) e si parla dell’Azienda Sanitaria Provinciale, secondo quanto dichiarato dal direttore generale della stessa Asp, Francesco Masciari, intervistato da Sky Tg24.

comandante alfa pagliaccio golpista coronavirus 3

Per quanto riguarda il Comandante Alfa, sono già intervenuti i vertici dei carabinieri e del ministero della Difesa. In ogni caso, fa sapere sempre Martini, il governo si sta muovendo ed è in cantiere un provvedimento che porti al potenziamento del “golden power” per le aziende strategiche che rischiano scalate ostili, ma intanto il primo colpo potrebbe darlo il Copasir, che in questi mesi – sotto la guida del presidente, il leghista “moderato” Raffaele Volpi e del vice-presidente Adolfo Urso di Fratelli d’Italia – ha pungolato il governo ma sempre con un approccio di difesa “nazionale”.

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