Opinioni
Emiliano, la Xylella e Coccolino
di dipocheparole
Pubblicato il 2018-07-23
“Sono io, Coccolino” pare dire oggi Michele Emiliano quando parla di Xylella: da qualche tempo il governatore della Puglia si è convertito alle soluzioni indicate dalle istituzioni riguardo l’epidemia e la parte curiosa della vicenda è che continua a sostenere di averla sempre pensata così. Anche ieri, su Twitter, il governatore della Puglia – dopo aver […]
“Sono io, Coccolino” pare dire oggi Michele Emiliano quando parla di Xylella: da qualche tempo il governatore della Puglia si è convertito alle soluzioni indicate dalle istituzioni riguardo l’epidemia e la parte curiosa della vicenda è che continua a sostenere di averla sempre pensata così. Anche ieri, su Twitter, il governatore della Puglia – dopo aver chiesto aiuto a Di Battista per fermare il TAP – è tornato a dare del “cazzaro” a un utente che glielo ricordava:
C’è però un problema. Nel 2015 i PM di Lecce sequestrarono gli ulivi che avrebbero dovuto essere abbattuti secondo il piano stilato dal Commissario Silletti. All’epoca Emiliano accolse i sequestri come “una liberazione” spiegando che grazie all’inchiesta del Procuratore Cataldo Motta «Finalmente avremo a disposizione dati tecnici ed investigativi per discutere con l’Unione Europea della strategia finora attuata per contrastare la malattia fondata essenzialmente sull’eradicazione di massa di alberi malati e sani». Giova ricordare che l’inchiesta e i sequestri erano fondati su una su una fantasiosa teoria del complotto che ha portato a farci schernire dalla comunità scientifica mondiale. Nel 2015 Emiliano dava la colpa alla UE ora per paura delle “sanzioni” dà la colpa al Governo.
Secondo Emiliano invece l’inchiesta non era poi così male, anzi aveva addirittura dichiarato che in caso di rinvio a giudizio la Regione Puglia si sarebbe costituita parte civile nel processo contro i ricercatori accusati di aver diffuso la Xylella: «La Regione Puglia è persona offesa dagli eventuali reati commessi e ai sensi dell’articolo 90 del Codice di procedura penale si riserva di indicare elementi di prova che possano contribuire all’accertamento della verità». Emiliano arrivò a dire che con il sequestro degli ulivi da abbattere (procedimento poi ritirato) si poteva considerare chiusa la fase della cosiddetta emergenza. Secondo il Presidente della Regione Puglia infatti «la malattia è ormai insediata, e non può più essere totalmente debellata. Dobbiamo dunque riscrivere da zero le direttive da impartire agli agricoltori e a tutti gli altri soggetti interessati, che potranno consistere in tutti quegli atti e quelle azioni che non comportino l’eradicazione delle piante».
Oggi Emiliano invece dà la colpa al governo Gentiloni e chiede di agire d’urgenza, ma è in Regione – non a Roma – che il voto sulla legge è stato rinviato perché non si riusciva a trovare l’accordo nella maggioranza. Solo all’inizio di settembre 2017 la IV commissione consiliare del Consiglio Regionale della Puglia ha approvato il disegno di legge che adegua le disposizioni regionali per la gestione della batteriosi da Xylella fastidiosa alle norme europee in materia. In particolare, al fine di eradicare il patogeno che affligge gli ulivi pugliesi è il piano di eradicamento prevede «la rimozione immediata della pianta infetta, di tutte le piante notoriamente infette e delle piante che presentano sintomi della possibile infezione o sospettate di essere infette nel raggio di 100 metri, oltre all’abbattimento delle piante ospiti presenti, a prescindere dal loro stato di salute». In un’altra occasione Emiliano paragonò gli abbattimenti alla Shoah dicendo che «Tagliare adesso sarebbe come quando nei campi di concentramento della Shoah si uccidevano gli ultimi prigionieri mentre stavano arrivando gli Alleati». Sono io, Coccolino?