Elena Donazzan e il party in maschera alla spiaggia fascista di Chioggia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-07-13

L’assessora alle pari opportunità dopo aver attaccato il Prefetto per essersi occupato della spiaggia fascista e non “degli zingari” ha deciso di organizzare un party per nostalgici del Ventennio a Punta Canna. E intanto nel PD c’è imbarazzo per le dichiarazioni del segretario chioggiotto Manfrin che aveva lavorato al lido ma “non si era accorto” che fosse fascista

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Il clima alla spiaggia Punta Canna di Sottomarina, il lido fascista gestito da Gianni Scarpa, continua ad arroventarsi. Il gestore dello stabilimento balneare è indagato per apologia di fascismo. La denuncia era arrivata dopo l’ispezione della Digos a Playa Punta Canna alla quale aveva fatto seguito l’ordinanza del prefetto di Venezia “per l’immediata rimozione di ogni riferimento al fascismo contenuto in cartelli, manifesti e scritte”. Ma Gianni non è da solo: al suo fianco si è schierata l’assessora Elena Donazzan che è pronta a immolarsi per la causa della libertà (di essere fascisti).

Elena Donazzan vestirà i panni dell’amante del Duce alla festa del Ventennio

In difesa di Scarpa si era schierata nei giorni scorsi anche l’assessora all’istruzione, alla formazione e al lavoro e pari opportunità del Veneto Elena Donazzan. L’assessora, della quale ricordiamo le divertentissime battaglie contro il gender e soprattutto quella – un filino più razzista – contro i “magrebini di merda”, nei giorni scorsi aveva stigmatizzato l’intervento del prefetto definendolo “liberticida”. La Donazzan si chiedeva se il prefetto non avesse ordinanze più serie cui apporre la sua autorevole firma. Ad esempio “contro l’accattonaggio degli zingari“. Ovviamente la Donazzan preferisce usare il termine dispregiativo e razzista “zingari” invece che “nomadi”. Ma del resto quando si sta difendendo una spiaggia fascista questi sono dettagli.
donazzan punta canna festa in maschera fascista - 1
C’è da chiedersi se in quanto assessora all’istruzione la Donazzan non abbia cose più serie di cui occuparsi. Perché – riferisce il Gazzettino – ha deciso di organizzare una festa in maschera a tema “anni Trenta” proprio al lido fascista. La Donazzan ha già annunciato che sta pensando di vestirsi da Margherita Sarfatti, scrittrice e giornalista veneziana di origine ebraica, nonché amante di Benito Mussolini (e sua biografa). L’assessora alle pari opportunità, ben felice di vestire i panni della concubina del Duce, fa sapere che mancano solo gli ultimi dettagli «devo concordare con Gianni gli ultimi dettagli, poi sono proprio curiosa di vedere cosa si inventerà il Prefetto». Varrebbe la pena ricorda che l’assessora è un pubblico ufficiale e che è tenuta a rispettare le leggi dello Stato italiano, compresa quella che vieta di fare apologia di fascismo.

Il segretario del PD che “non si era accorto” che la spiaggia fosse fascista

Per quanto imbarazzante ed umiliante per le donne venete l’uscita della Donazzan è niente in confronto alla situazione in cui si trova Terry Manfrin, segretario del PD di Chioggia. Lo scorso anno Manfrini ha lavorato per tre giorni (pagato con i voucher) come cuoco proprio nello stabilimento balneare di Scarpa. Ma dice di non essersi accorto di nulla. Eppure i cartelli, ha fatto sapere il gestore, sono lì da tre anni.
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Certo, i cartelli li aveva visti ma spiega che «quando ho lavorato io non ho mai visto niente che riconducesse a Mussolini e non ho mai sentito fare interventi particolari a Gianni Scarpa». Eppure proprio sui cartelli c’erano un sacco di citazioni della Buonanima. Ma Manfrin ci tiene a ribadire che chi conosce la sua storia «non può certo dire che io chiuda gli occhi sul fascismo». Forse l’ha chiusa solo sui cartelli che inneggiavano al Duce.

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