L’«impresentabile» per il M5S diventa sottosegretario

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-06-13

Il leghista Edoardo Rixi diventa sottosegretario ai Trasporti anche se il M5S lo aveva indicato come impresentabile in campagna elettorale. Nel governo posti anche per il condannato Siri e l’imputato Garavaglia

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Era il 4 febbraio 2018, mancava un mese alle elezioni politiche e Luigi Di Maio tuonava dal Blog delle Stelle: via gli impresentabili dalle liste dei partiti. E giù un elenco che comprendeva i nomi del PD e del Centrodestra. Tra questi c’era anche quello di Edoardo Rixi  della Lega, «assessore regionale in Liguria e imputato per le spese pazze in regione Liguria: si sarebbe fatto rimborsare spese private con soldi pubblici».

L’«impresentabile» per il M5S diventa sottosegretario

Quattro mesi e una settimana dopo Edoardo Rixi, ricorda oggi il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Tommaso Rodano, diventa sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, ministero retto dal grillino Danilo Toninelli, e porta a casa il risultato nonostante i grillini lo definissero impresentabile. Quella dell’impresentabilità è una categoria morale per il MoVimento 5 Stelle, che va ben oltre l’aver commesso reati visto che nella lista di febbraio c’erano anche nomi che avevano la colpa di essere figli o congiunti di “cattivi soggetti”.

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Il post sul Blog delle Stelle (4 febbraio 2018)

Eppure le regole del contratto tra Lega e MoVimento 5 Stelle sono perfettamente rispettate, visto che il “codice etico” esclude dall’esecutivo solo chi ha subito condanne per i reati della legge Severino (contro la pubblica amministrazione), per riciclaggio, autoriciclaggio e falso in bilancio o gli imputati per reati gravi (mafia, corruzione, concussione).

Edoardo Rixi e Armando Siri

E così Rixi sarà sottosegretario ai trasporti anche se, racconta il Fatto,  è accusato di peculato: “avrebbe speso per scopi personali 19mila euro dei fondi regionali destinati all’attività politica. Il dibattimento è in corso e il 28 maggio è stato ascoltato come testimone anche Giancarlo Giorgetti (numero 2 del Carroccio e sottosegretario a Palazzo Chigi), il quale ha affermato che gli incontri con Rixi fossero di natura istituzionale”. E non c’è mica solo lui: Armando Siri, “ideologo della flat tax” che nella logica delle cose avrebbe dovuto approdare all’Economia, va anche lui ai Trasporti con Toninelli.

ARMANDO SIRI

E pazienza se ha patteggiato una condanna per bancarotta fraudolenta a un anno e otto mesi inflittagli dal tribunale di Milano per il fallimento della Mediatalia, società che ha lasciato debiti per oltre 1 milione di euro. Secondo i magistrati che hanno firmato la sentenza, prima del crack Siri e soci hanno svuotato l’azienda trasferendo il patrimonio a un’altra impresa la cui sede legale è stata poco dopo spostata nel Delaware, paradiso fiscale americano. Secondo il racconto della vicenda Mediaitalia, società che produceva contenuti editoriali per media e aziende (editava anche la rivista della Air One di Carlo Toto), aveva debiti per un milione di euro quando Siri e gli altri soci hanno trasferito il suo patrimonio alla Mafea Comunication, gratuitamente.

Il perdono degli “impresentabili”

Infine c’è Massimo Garavaglia che diventa sottosegretario all’Economia ed è stato rinviato a giudizio alla fine del 2016 assieme ad altre 12 persone in un filone del procedimento che ha portato all’arresto per corruzione, concussione e turbativa d’asta di Mario Mantovani, ex vice presidente della regione Lombardia:

Sotto accusa sempre a Milano, nell’ambito del processo Mantovani, per turbativa d’asta. La procura gli contesta di aver bloccato illecitamente una gara da 11 milioni di euro indetta dalla Regione Lombardia, di cui il leghista era assessore al Bilancio, per il trasporto degli ammalati dializzati. Secondo i pm Garavaglia intervenne per tutelare un’associazione del suo territorio lasciata fuori dal bando, Le Croci dell’Altomilanese.

lega nord edoardo rixi

Infine nella lista dei sottosegretari e dei viceministri c’è da registrare il nome di Laura Castelli, che era uscita dalla rosa dei ministri dopo la rivelazione di essere stata una fonte di Supernova, mentre mancano quelli di Claudio Borghi e Alberto Bagnai, che Alesina & Giavazzi avevano indicato come “cattivi” in un editoriale sul Corriere della Sera.

In copertina: vignetta di Emiliano Carli su Facebook

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