La storia di Trump vittima del Watergate di Obama

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-03-06

Il sito che a lungo è stato gestito dall’attuale consigliere strategico del Presidente pubblica la notizia bomba e subito Trump si lancia in una serie di tweet accusatori senza uno straccio di prova. Il tutto all’insegna del “Incredibile, guardate cosa ha appena scoperto Donald Trump!!1”

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Sabato Donald Trump ha accusato Barack Obama di aver intercettato e spiato le sue conversazioni telefoniche della Trump Tower durante la campagna elettorale per le presidenziali. In una serie di tweet il Presidente USA ha accusato il suo predecessore di aver interferito con il processo democratico delle presidenziali dicendo che Obama aveva dato il via ad una nuova caccia alle streghe come quella del senatore McCarthy (che però ce l’aveva con i comunisti) e di essere vittima di un nuovo Watergate (dove però era il repubblicano Nixon a spiare il comitato elettorale dei democratici, il DNC).
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Donald Trump non ha le prove di quello che afferma

Trump ha anche definito Obama “Bad (or sick) guy” scatenando rapidamente le polemiche sulle sue affermazioni del Presidente. Un portavoce di Obama ha detto che sono “semplicemente false” dal momento che il Presidente USA non ha il potere di ordinare intercettazioni nei confronti di cittadini statunitensi. Questo lascia aperta l’ipotesi – molto grave – che Obama abbia ordinato illegalmente di far spiare Trump, cosa che però il Presidente non ha chiarito. Così come non è stato reso noto dalla Casa Bianca quale sia la fonte delle informazioni di Trump. Quello che si sa è che il Presidente ha “scoperto” la faccenda delle intercettazioni ma di fatto non si sa se abbia ricevuto un’informativa o se abbia letto da qualche parte l’informazione. Trump infatti non ha volutamente specificato la fonte della notizia e ha preferito invece lanciarsi in una serie di tweet dove si è apertamente scagliato contro il suo predecessore.
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Donald Trump inoltre non ha fornito nessuna prova di quello che ha scritto su Twitter, cosa che non fa altro che alimentare i sospetti che si possa di un’altra delle fake news di Donald Trump. Il Washington Post ad esempio puntualizza come la fonte delle informazioni di Trump possa essere questo articolo pubblicato il 3 marzo sul sito conservatore Breitbart News, sito del quale il capo dei consiglieri di Trump, Stephen K. Bannon, è stato per lungo tempo direttore. Breitbart a sua volta quanto detto da Mark Levin durante una puntata del suo show radiofonico. Levin sostiene di aver trovato le prove che Obama avesse ordinato durante le presidenziali di porre in essere operazioni di monitoraggio ai danni di Trump per verificare i suoi rapporti con la Russia. Secondo Levin e Breitbard l’Amministrazione Obama avrebbe tentato già a luglio di ottenere un mandato per sorvegliare Trump ma l’autorizzazione sarebbe stata negata. In un secondo momento, proprio ad ottobre l’Amministrazione Obama avrebbe invece ottenuto un permesso specifico riguardante i legami di denaro tra Russia e Trump e soprattutto in merito all’hacking dei server del DNC. Al contrario di Trump che addossa la colpa direttamente ad Obama, Breitbart parla dell’Amministrazione, ovvero dell’attività di tutti i dipartimenti e ministeri che erano in essere durante la Presidenza Obama e che non necessariamente hanno agito su input del Presidente. I portavoce di Obama infatti hanno sottolineato che non solo Obama non ha mai ordinato la sorveglianza di cittadini USA ma anche che la Casa Bianca si è sempre astenuta dall’interferire nelle attività del Dipartimento di Giustizia (DoJ). Il punto è che la storia raccontata da Levin e diffusa da Breitbart non è fondata su alcun elemento concreto; in sostanza non ci sono prove. Il New York Times parla apertamente di conspiracy theories alla base delle “notizie” riferite da Levin/Breitbart secondo le quali Obama negli ultimi mesi del suo mandato avrebbe intrapreso una serie di iniziative “occulte” per poter danneggiare un’eventuale Presidenza Trump.

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Ben Rhodes è l’ex consigliere di Obama per la politica estera

La storia del Watergate di Obama non sta in piedi per un solo motivo: non ci sono le prove. E del resto se ci fossero Donald Trump, che ora ha le chiavi dell’Amministrazione USA le avrebbe già trovate e subito pubblicate per dare una dimostrazione che sta dicendo il vero. Delle due l’una quindi: o Barack Obama non ha mai ordinato le intercettazioni, o le ha ordinate e quindi ci sono dei documenti che lo dimostrano. A questo punto però se ci sono perché Trump non li ha pubblicati? Dall’uomo che per anni ha detto che Obama non era cittadino USA e che ha preteso la pubblicazione del certificato di nascita del Presidente questa mancanza di trasparenza è quantomai sospetta.

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