Il corso degli eletti M5S con i soldi pubblici non si fa più

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-08-18

Gli uffici dell’Assemblea Capitolina bocciano la spesa di 37mila euro per le lezioni sull’uso dei social network che i consiglieri grillini volevano fare a carico del Comune. Il no di De Vito alla proposta di Ferrara

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Il 4 agosto scorso avevamo parlato del corso web degli eletti M5S con i soldi del Campidoglio sull’uso dei social network che doveva essere svolto dalla società Web Side Story, che già si occupa della comunicazione grillina in parlamento, per la modica cifra di euro 37mila. Il corso però non è stato autorizzato dagli uffici dell’Assemblea Capitolina e quindi non si potranno utilizzare i soldi pubblici per effettuarlo.

Il corso degli eletti M5S con i soldi pubblici non si fa più

Racconta oggi Repubblica Roma che la risposta degli uffici del presidente Marcello De Vito, firmata dal direttore Angelo Ghirardi, è stata netta: «L’attività — si legge nella replica ai 5S — non sembra avere finalità di natura istituzionale». La conferma è nella proposta firmata Paolo Ferrara. La richiesta si arena quando inizia a trattare di «necessità»: «Il gruppo capitolino — secondo il suo capo — deve prevedere lo svolgimento di attività di comunicazione per i canali digitali che consistono nelle pagine Facebook dei singoli consiglieri e account Twitter».

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L’articolo di Giovanna Vitale su Repubblica (4 agosto 2017)

Corsi e strumenti che, secondo il dirigente che firma il parere, niente a che vedere hanno con le «specifiche finalità istituzionali dell’ente». Non convince nemmeno l’offerta della Web side story: «non analitica» e «indeterminata». Il suggerimento? Senza usare altri fondi pubblici, ci sono già i corsi tenuti dal dipartimento Comunicazione del Comune.

Il no di De Vito ai soldi pubblici per il corso web

Come da tradizione M5S il corso era stato assegnato tramite affidamento diretto (ovvero senza gara) nonostante Virginia Raggi nell’ormai famosa – per comicità – lettera ai romani in cui celebrava i suoi “risultati” sostenesse che in municipio era cambiata la musica perché si facevano le gare. Raccontava all’epoca Giovanna Vitale:

Meglio allora correre ai ripari. Rimediare prima che sia tardi. Come? Con un bel corso accelerato sull’uso del social da far seguire a tutti e 28 i consiglieri grillini. Giammai a spese loro, però. Bensì a carico del Campidoglio. Incaricando per di più, mediante affidamento diretto, una società di comunicazione che già lavora per il gruppo cinquestelle alla Camera. E pazienza per i bandi di gara e gli appalti trasparenti. Bisogna fare in fretta.
L’urgenza giustificherà pure uno strappo alla regola. La richiesta all’amministrazione di «valutare positivamente l’offerta commerciale» e quindi di autorizzarne la spesa, è stata presentata dal capogruppo Paolo Ferrara una decina di giorni fa. «A seguito delle esigenze espresse dai consiglieri del M5S di disporre di strumenti finalizzati a favorire la comunicazione, anche digitale, di iniziative, proposte e attività da loro svolte», scrive il numero uno della maggioranza capitolina, «si è ritenuto di consultare un operatore specializzato».

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Dal blog Romafaschifo

La società che se ne doveva occupare era la Web Side Story, srl fondata da Flavia Brandi e Luisa Buoni. Per i 28 consiglieri si trattava di un ciclo di sei lezioni suddivise in tre moduli della durata di tre mesi. La Web Side aveva garantito però solo il suo ingegno: «Il cliente si impegna a fornire tutti i materiali necessari all’esecuzione dell’attività», era specificato nella proposta di contratto. E siccome si sa che i comuni sono cattivi pagatori, si conveniva anche, in caso di ritardo superiore ai 60 giorni, la corresponsione degli interessi di mora.

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