Bolsonaro oscura i dati per nascondere la tragedia del Coronavirus in Brasile

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-06-08

Sabato il sito web su cui venivano diffuse le statistiche è stato oscurato, infine il portale è tornato in funzione ma solo con i numeri delle ultime 24 ore

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Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro secondo la Bbc è, insieme al presidente Usa Donald Trump, uno dei leader che più ha mentito su COVID-19. Prima ha minimizzatola gravità dei contagi. Poi ha fatto approvare l’uso dell’idrossiclorochina come terapia nonostante la comunità scientifica non l’abbia approvata. Infine ha deciso di censurare i dati. L’ideona iniziale è stata quella di trasmettere il bollettino in tarda serata, così da avere un’audience peggiore.

Bolsonaro oscura i dati per nascondere la tragedia del Coronavirus in Brasile

Adesso, mentre un’inchiesta sulle fake news sta mettendo nei guai una serie di suoi amici e sostenitori, il governo brasiliano ha smesso di pubblicare i dati complessivi dei casi e dei decessi provocati dal Coronavirus nel Paese, limitandosi a fornire solo i rispettivi bilanci giornalieri. La mossa, definita “straordinaria” dal Guardian, ha suscitato l’ira di molti critici e una dura reazione da parte delle autorità sanitarie regionali. In questo modo, secondo molti, il presidente cerca di nascondere il vero impatto della malattia sulla popolazione. “Il tentativo autoritario, insensibile, disumano e antietico di rendere invisibili i morti di Covid-19 non avrà successo”, ha annunciato il Consiglio nazionale dei ministri della Salute, l’organizzazione che riunisce queste autorità. In risposta alle critiche Bolsonaro ha detto che i dati cumulativi non riflettono l’attuale situazione nel Paese. Il Brasile è il secondo Paese al mondo per numero di casi (672.846) dopo gli Usa e conta ad oggi 35.930 decessi (fonte Johns Hopkins).

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Coronavirus: i numeri nel mondo (Corriere della Sera, 6 giugno 2020)

Il Ministero Pubblico Federale del Brasile ha aperto un procedimento per chiarire il motivo dei ritardi e delle omissioni nella diffusione dei dati della pandemia. Il governo ha reso noto di aver adottato un cambio di metodologia che ha consentito di ridurre da più di 1000 a 904 il numero dei morti in 24 ore malgrado la chiara tendenza ascendente della curva del Covid-19 nel paese. La procura ha quindi chiesto al ministro della Salute, Eduardo Pazuello, “in cosa consistesse l’urgenza” e il “motivo tecnico” della revisione, dandogli tempo 72 ore per rispondere.

L’oscuramento del sito sul Coronavirus in Brasile

Il Corriere della Sera scrive oggi che già da alcuni giorni la pubblicazione delle cifre era stata posticipata dalle cinque del pomeriggio alle dieci di sera, poi sabato il sito web su cui venivano diffuse le statistiche è stato oscurato, infine il portale è tornato in funzione ma solo con i numeri delle ultime 24 ore. Il motivo: secondo il presidente «i dati cumulativi non riflettono il momento in cui si trova il Paese». Dunque non vale proprio la pena fornirli al pubblico. Anzi, «stiamo adottando altre azioni per migliorare la comunicazione del numero dei casi e la conferma delle diagnosi», ha annunciato il leader populista.

Un atteggiamento bollato dalle critiche come “tentativo autoritario, insensibile, disumano e antietico di rendere invisibili i morti di Covid-19”. In tutta l’America latina, definita recentemente dall’Oms il nuovo “epicentro” della pandemia, si contano quasi 64.000 decessi e 1,2 milioni contagi. Il Brasile è seguito dal Perù (191.758 e 5.301) e dal Cile (127.745 e 1.541), con almeno altri 9 Paesi che superano i 5.000 morti, compresi Argentina e Messico. In Asia, l’India scala rapidamente le classifiche dei Paesi più colpiti, con oltre 240.000 casi accertati e almeno 6.700, ma che si teme siano la punta di un iceberg ben più sostanziale in un Paese così densamente popolato e fragile dal punto di vista delle strutture sanitarie. In forte ascesa l’Arabia Saudita, con oltre 3 mila nuovi contagi in 24 e con i casi accertati che hanno superato i 100mila. L’Africa, pur nella scarsità di mezzi e e di possibilità di monitoraggio, resta ancorata a circa 5.000 morti ufficiali e 184.000 casi.

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