«Vi spiego come le imprese fregheranno con il reddito di cittadinanza»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-07

Maurizio Del Conte, l’attuale presidente dell’Anpal, punta il dito sul bonus che va alle imprese da 5 ad addirittura 18 mensilità

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Maurizio Del Conte, l’attuale presidente dell’Anpal, l’Agenzia che si occupa delle politiche attive del lavoro, in procinto di lasciare il suo incarico, spiega oggi in un’intervista rilasciata a Repubblica che intravede nel meccanismo di incentivi alle assunzioni legato al Reddito di cittadinanza un pericolo. E punta il dito sul bonus che va alle imprese da 5 ad addirittura 18 mensilità:

«Ho l’impressione che le aziende continueranno a reclutare tramite i canali da sempre a loro familiari. E poi spingeranno il candidato a iscriversi ai centri per l’impiego così da assicurarsi le mensilità rimanenti del sussidio».

In ogni caso si tratta di un’assunzione in più.
«Che ci sarebbe stata comunque. Incentivi così ideati finiscono per creare “selezione avversa”. Favoriscono cioè i più facili da collocare, magari neodiplomati o
neolaureati già adocchiati dalle aziende e poi presi non appena ricevono il Reddito, così da intascare le 18 mensilità piene».

Significa che negli altri casi il bonus non funziona?
«Il premio è tanto meno appetibile quanto più le mensilità residue ancora da percepire del Reddito si assottigliano. E questo accade soprattutto in un caso: i disoccupati di lunga durata».

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Reddito di cittadinanza: i beneficiari (Il Sole 24 Ore, 6 gennaio 2019)

È dunque sbagliato?
«Piuttosto è il risultato di uno strumento ibrido: contrasto alla povertà, ma anche politica attiva. Come Anpal, stimiamo che solo il 30% della platea interessata al Reddito di cittadinanza potrà essere avviata al lavoro. Con risultati tutti da verificare, visto l’anello debole».

Quale sarebbe?
«I 550 centri per l’impiego esistenti. Il problema qui non sono solo i collocatori che mancano da sostituire con i navigator, qualunque cosa siano. Ma l’intera infrastruttura: computer, software, metri quadri, ma anche uscieri, esperti informatici e di normative. Oltre alla condivisione di dati che non esiste e non si potrà avere per aprile. Nelle bozze di decreto che ho potuto vedere di tutto questo non si parla. Manca l’unico piano che conta. Ci sono solo 250 milioni per assunzioni che non si sa chi dovrà fare».

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