Cinque deputati ex M5S aderiscono al MAIE?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-26

Secondo Libero, Benedetti, Cecconi, Vitiello, Caiata e Tasso hanno aderito al Maie, il Movimento associativo degli italiani all’estero. Ma nessun annuncio è ancora arrivato

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In un articolo a firma di Salvatore Dama Libero oggi racconta che cinque deputati eletti con il Movimento 5 Stelle hanno annunciato la propria adesione al Maie, il Movimento associativo degli italiani all’estero. Ed è una cosa che fa anche un po’sorridere. Perché i transfughi in questione sono tutti stati eletti sul suolo patrio. Sono la padovana Silvia Benedetti, il pesarese Andrea Cecconi, il campano Catello Vitiello, il lucano Salvatore Caiata e il pugliese Antonio Tasso. A differenza di quanto scrive Libero, non ci sono annunci ufficiali da parte dei cinque deputati riguardo la loro adesione al MAIE.

impresentabili luigi di maio

I cinque sono finiti al centro della campagna elettorale per i motivi più strani. Catello Vitiello è stato accusato di aver nascosto il suo passato massone, Salvatore Caiata avrebbe nascosto al M5S un’indagine per riciclaggio che lo vedeva coinvolto, Antonio Tasso non aveva comunicato ai capi una condanna per contraffazione. Cecconi e Benedetti invece sono stati abbattuti dalla Rimborsopoli scatenata dalle Iene (nei confronti della deputata padovana le accuse non sono state mai chiarite). Durante la campagna elettorale Di Maio aveva sostenuto che gli “impresentabili” avrebbero rinunciato al seggio (impossibile) e si sarebbero dimessi (nessuno di loro ha presentato dimissioni). Con molta franchezza, Cecconi ha detto pubblicamente che la rinuncia al seggio era “un patto firmato sulla carta igienica” e non aveva alcun valore.

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Quelle che con poca eleganza Luigi Di Maio definì “mele marce” sono quindi rimasti in parlamento. Tornano in mente oggi le parole profetiche di Luigi Di Maio che disse: «Tutti coloro che erano in posizioni eleggibili nei candidati delle liste plurinominali mi hanno già firmato un modulo per rinunciare alla proclamazione altrimenti gli facevo danno d’immagine». Una richiesta che non ha alcun senso perché la proclamazione è un passaggio tecnico e automatico che avviene in conseguenza del fatto che un candidato ha ricevuto un numero sufficiente di voti per essere eletto.Ciononostante il M5S è andato avanti per tutto il proseguo della campagna elettorale a spiegare che “gli eletti avrebbero rinunciato” al seggio, che gli impresentabili non erano un problema perché candidati in collegi uninominali perdenti nei quali non sarebbero stati eletti. Il modulo “per gli impresentabili” però era una bufala, un trucchetto da campagna elettorale.

EDIT: Con questo comunicato i 5 deputati confermano la decisione di aderire al MAIE:

«Alla luce di alcune ricostruzioni giornalistiche che sono state diffuse in queste ore e per evitare che vengano effettuate strumentalizzazioni o speculazioni di basso livello occorre precisare alcuni aspetti relativi alla nostra attuale situazione in Parlamento. Innanzitutto, va chiarito che formalmente non siamo stati espulsi, ma sospesi in attesa di chiarire la nostra posizione con i probiviri, che si pronunceranno entro giugno. In secondo luogo, al momento dell’insediamento – in ossequio all’art. 11 del codice etico del Movimento – siamo stati invitati dalla Capogruppo, on. Giulia Grillo, a non iscriverci al Gruppo parlamentare del M5S e, di conseguenza, siamo confluiti nel Gruppo Misto “d’ufficio”, ma con la ferma volontà di condividere i valori, le idee e il programma dei Pentastellati.

È opportuno, inoltre, ribadire che nessuno di noi, a dispetto di quanto si legge ancora oggi su un quotidiano, ha mai firmato alcuna lettera di rinuncia alla elezione, perché non previsto dalla Costituzione né da qualsivoglia legge della Repubblica. Infine, la scelta di creare un sottogruppo (componente) all’interno del Gruppo Misto – peraltro non definitiva, come ben sanno gli addetti ai lavori parlamentari – muove dall’esigenza di tracciare un percorso comune che possa rappresentare e portare avanti l’idea di politica che si vuole perseguire, con la possibilità di godere di maggiori spazi in termini di risorse e di tempistiche per gli interventi in aula. Tali fattori sono indispensabili per svolgere al meglio il lavoro di deputato e non si pongono certamente in contrasto con la linea politica del Movimento.

E dunque, posto che la nostra situazione è completamente in divenire, il MAIE dell’on. Borghese ha consentito questa iniziale collocazione sulla scorta di un progetto da condividere: cambiare questo Paese e il tipo di politica che ha contraddistinto sino ad oggi i poteri del Palazzo. Invitiamo tutti a non diffondere informazioni non precise o tendenziose che possano, in qualsiasi misura, essere strumentalizzate».

Leggi sull’argomento: Che fine hanno fatto le “mele marce” di Luigi Di Maio?

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