Fact checking
Chiara Appendino, piazza San Carlo e il pasticcio della circolare ignorata
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2017-06-06
Quando era all’opposizione l’attuale sindaca si è battuta per ottenere una nuova procedura per l’autorizzazione delle piazze auliche. Ma ora che governa Torino non si è accorta della circolare del Capo della Polizia Gabrielli con le nuove disposizioni per la sicurezza inoltrata dopo l’attentato di Manchester. Scordarella, eh?
Il Comune di Torino ha fatto tutto il possibile per garantire la sicurezza degli spettatori in Piazza San Carlo? A giudicare dal numero di feriti si direbbe di no. Ma in queste ore stanno emergendo elementi che consentono di poter dire che non c’era un piano di emergenza. A scriverlo è La Stampa che ricostruisce i fatti e scopre che il Comune ha disatteso la circolare del capo della Polizia, Franco Gabrielli. La sindaca di Torino Chiara Appendino ha spiegato ieri che «l’evento ha seguito una prassi di atti amministrativi e di supporto organizzativo ormai consolidata».
Cosa è successo in Piazza San Carlo
Di fatto la Appendino ha ammesso che il Comune viene amministrato allo stesso modo in cui lo faceva Fassino. Non è certo una novità. Perché a parte la scelta di organizzare la serata di sabato come un evento del 2015 la Appendino in questi mesi si è distinta per aver preso decisioni che ricalcano quelle del suo predecessore. Niente male per chi è stata eletta promettendo il cambiamento. Per ora però il cambiamento dell’Appendino si è visto solo sulle strategie adottate per far quadrare i conti.
In secondo luogo la nota del comune NON segnala che in occasione della finale del 2015 i maxischermi erano due, piazzati ai due lati opposti della piazza, allo scopo di prevenire qualsiasi assembramento: forse se si fosse fatto così anche sabato i danni sarebbero stati minori. E non segnala nemmeno che dopo l’attentato di Manchester al concerto di Ariana Grande il Capo della Polizia ha chiesto ulteriori misure per garantire la sicurezza degli spettatori di eventi pubblici.
Il disastro dell’organizzazione di Piazza San Carlo
Il 25 maggio Gabrielli aveva stabilito le nuove linee guida da seguire per la gestione di questi eventi. Nella circolare il Capo della Polizia imponeva che venissero svolti controlli agli accessi delle manifestazioni tramite il prefiltraggio del pubblico. Per farlo gli organizzatori devono mettere in campo degli steward, svolgere verifiche preliminari dei luoghi e predisporre un piano per le emergenze. In piazza San Carlo però non c’erano gli steward ma solo 300 uomini delle forze dell’ordine (tra Polizia, Carabinieri e Vigili Urbani). Il tutto a fronte di una piazza che può contenere fino a 30 mila persone. Mancavano inoltre i punti di soccorso per eventuali feriti: l’unico punto di soccorso era in un angolo della piazza.
Per questo motivo la gestione dell’emergenza è stata presa in carico dai singoli (in particolare il Comandante dei Vigili del Fuoco e della Polizia Municipale) che sono stati in grado di trovare una soluzione. Ma chi ha organizzato la manifestazione di sabato? Il Comune di Torino tramite l’ente Turismo Torino. Ed è per questo che i magistrati che indagano sui fatti della notte della finale di Champions acquisiranno i documenti del Comune. Domenica Chiara Appendino aveva ricordato che il Comune aveva “operato con le medesime modalità messe in atto nel 2015 in occasione della finale proiettata il 6 giugno”. Peccato che in mezzo c’è stata la circolare del Prefetto Gabrielli. E due anni fa non c’erano ancora stati gli attentati al Bataclan, a Nizza, a Berlino e in Regno Unito.
Quando Chiara Appendino voleva preservare le piazze auliche
Nel 2015, quando ancora era all’opposizione, Chiara Appendino si era fatta promotrice di una mozione a tutela delle piazze auliche della città. In quell’occasione il Consiglio Comunale aveva approvato una delibera che stabiliva che l’occupazione di suolo “superiore a 10 m2 in piazza San Carlo, piazza Vittorio Veneto, piazza Carignano, piazza Castello, piazza Carlo Alberto, piazza Palazzo di Città, piazza Carlo Felice, piazza CLN e piazza Statuto” dovesse essere approvata da una deliberazione della Giunta su proposta del Sindaco e dell’assessorato promotore dell’evento.
In un’intervista a Eatpiemonte del 1 febbraio 2016 la Appendino rivendicava il successo dell’iniziativa del M5S:
In ultimo, molte piazze storiche come piazza Carignano, piazza San Carlo o piazza Castello sono teatro, spesso, di manifestazioni non all’altezza del carattere aulico dei luoghi citati. Qual’è la sua posizione?
Ci siamo battuti in questi cinque anni perché le piazze auliche non siano più usate per qualunque tipo di manifestazione. Lo abbiamo ribadito recentemente e da poco tempo, anche su nostra pressione, è in vigore una nuova procedura che demanda direttamente al Sindaco l’autorizzazione di eventi e manifestazioni in queste piazze di Torino.
In buona sostanza l’autorizzazione della manifestazione dell’evento di Piazza San Carlo era demandata direttamente alla Sindaca. Che però evidentemente non ha fatto caso alla circolare del prefetto Gabrielli. La Procura intanto ha aperto un fascicolo di indagine a carico di ignoti ipotizzando il reato di lesioni colpose. Il Fatto Quotidiano segnala un particolare rilevante: il comma 2 dell’articolo 40 del codice penale, quello secondo il quale “non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”.