Fact checking
Impiegati, del Sud ed ex grillini: ecco chi vota Salvini
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2019-05-23
Come è cambiato l’elettore leghista in questi anni di Casta del Capitano. Che ha pescato tra i grillini svuotando i consensi di Di Maio
Chi vota Salvini? Emanuele Lauria su Repubblica racconta oggi i risultati di un’analisi sul profilo socio-demografico dell’elettore leghista firmata da EMG Acqua, che rivela come l’elettorato leghista sia molto cambiato in questi anni di Casta del Capitano.
Impiegati, del Sud ed ex grillini: ecco chi vota Salvini
Le ricerche spiegano che il nuovo elettore leghista non è più prevalentemente un uomo. Perché, malgrado una recente flessione, l’aumento della componente femminile è stata costante: e già questo segna una differenza rispetto al passato degli emuli (per lo più maschi) di Alberto da Giussano.
Più che all’iconografia di Salvini formato selfie e alle concessioni agiografiche della biografa Chiara Giannini, il fenomeno è dovuto all’acquisizione di una parte del mondo forzista. Ma il “nuovo” leghista non proviene solo da altre zone del centrodestra. Sono in incremento, fra i tifosi del Carroccio, anche i “pentiti” di M5S: secondo Ixé in un anno sono saliti dal 14 al 23 per cento. Ed è il primo dato che porta a Sud: conduce in Abruzzo e Basilicata, dove il travaso di voti si è evidenziato alle recenti regionali, e porta in Sicilia,
Ma non c’è solo questo. La metamorfosi del leghista, raccontata nell’analisi di Fabrizio Masia di Emg Acqua, passa anche da un cambio di habitat:
Si abbassa, fra gli elettori di Salvini, la quota degli abitanti dei piccoli centri a favore di chi sta in Comuni con più di 30 mila residenti. L’esercito delle valli padane, insomma, si sposta lentamente nelle città più popolose del centro-sud. La nuova geografia è illustrata dalle ultime rilevazioni di Ixé: 19 elettori su 100 vivono nel Nord Ovest (un anno fa il rapporto era di 36 a 100), 25 su 100 nel Nord Est (con un la conquista di Emilia Romagna e Friuli) mentre l’aumento delle percentuali di leghisti al Centro (da 23 a 27 su 100) e al Sud (dal 12 al 18 su 100) è evidente. Più modesta la crescita nelle Isole (da 8 a 10).
Come Salvini ha prosciugato la fonte del consenso grillino
C’è poi il dato professionale: aumenta il numero di coloro che hanno un impiego a tempo indeterminato, e soprattutto dei dipendenti pubblici, categoria ampiamente diffusa al Sud. E se è bassa la fascia di disoccupati fra i leghisti, alta è l’età media: gli over 45 salgono dal 60 al 70 per cento del totale. E soprattutto c’è il dato politico: con la nascita del governo gialloverde Salvini ha drenato consensi tra gli elettori grillini, appropriandosi dei voti di chi aveva preferito Di Maio alle elezioni politiche del marzo 2018.
Questo è accaduto in virtù di un consenso maggiore da parte degli elettori di destra grillini all’azione del ministro: i porti chiusi e la guerra alle ONG ha contribuito a far passare i grillini dalla parte dei “cattivi” e Salvini è rimasto da solo sul lato dei buoni. Per questo Di Maio e i suoi sono tornati a dragare nell’area di sinistra, per recuperare il consenso ormai sfarinato di quelli di destra. Nell’analisi c’è però anche un dato allarmante per il Capitano: la percentuale di chi vuole restare in Europa, fra i salviniani, è salita dal 59 al 67,7 per cento (dato Ixè). E pensare che la Lega, cinque anni fa, aveva messo accanto al simbolo elettorale lo slogan “Basta Euro”. Adesso invece i noeuro a Salvini servono solo quando si avvicinano le urne. Poi possono tornare a fare folklore su Twitter.
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