Chi ha dato ai pompieri l’ordine di rimuovere lo striscione contro Salvini a Brembate?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-13

A quanto pare la Digos ha notato lo striscione di “benvenuto” per Salvini e ha contattato la Questura che ha chiesto l’intervento di “supporto tecnico” dei Vigili del Fuoco che non potevano sottrarsi all’ordine della polizia. Ma c’era davvero bisogno di fare tutto questo per un semplice lenzuolo dove non c’era nemmeno il nome del ministro? Chi ha paura degli striscioni?

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Si infittisce il mistero sullo striscione rimosso dai Vigili del Fuoco a Brembate prima dell’arrivo di Matteo Salvini. Contrariamente a quanto avvenuto a Salerno la settimana scorsa in questo caso sono intervenuti i pompieri che con un’autoscala hanno tolto lo striscione con scritto “non sei il benvenuto” dall’esterno dell’edificio, senza dover entrare nell’abitazione per rimuoverlo dall’interno. Ma chi ha dato l’ordine di rimuoverlo?

Perché sono intervenuti i pompieri?

La Funzione Pubblica Cgil Vigili del Fuoco critica la rimozione dello striscione con un comunicato dove si precisa che non è un lavoro per i VVFF. «Non si può consentire – scrive il sindacato – che si utilizzi una squadra dei Vigili del fuoco, rimuovendola dal lavoro quotidiano, per costringerla a rimuovere uno striscione. Si opera un danno all’erario, perché i Vigili del fuoco non fanno ‘pubblica sicurezza’ ma operano per portare soccorso, e si colpisce un diritto inalienabile del cittadino, quello al legittimo dissenso. Siamo solidali con i colleghi costretti ad operare in questa non prevista operazione e chiediamo ai vertici del corpo e del Viminale che si faccia immediata chiarezza».

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Diversa invece la versione data dal segretario del Conapo – il Sindacato Autonomo Vigili del Fuoco – Antonio Brizzi le cose stanno diversamente perché i pompieri che hanno rimosso lo striscione «hanno solo dato esecuzione alle richieste della Questura, alle quali, se legalmente date, non è consentito rifiutarsi salvo incorrere nelle gravi responsabilità penali indicate all’art. 329 del codice penale. Vi è chi preposto a queste valutazioni». In poche parole non potevano sottrarsi a quell’ordine perché ad oggi i Vigili del Fuoco hanno il dovere di eseguire le disposizioni della Questura: «oggi, e da sempre, occorre essere chiari sui doveri dei Vigili del Fuoco, meri esecutori di ordini di polizia, senza alcuna responsabilità di quanto accaduto». Brizzi sottolinea che a parità di doveri con gli agenti della Polizia di Stato i Vigili del Fuoco percepiscono una retribuzione di 300 euro in meno al mese.

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Secondo Costantino Saporito,  del coordinamento nazionaleUsb, invece  lo striscione «non costituiva alcun pericolo per l’incolumità pubblica, non era certo un cornicione pericolante…perché quindi l’hanno fatto rimuovere a noi?». Su Facebook Saporito si chiede inoltre cosa sarebbe successo se il pompiere che è intervenuto fosse caduto

La Questura ha chiesto “supporto tecnico” ai Vigili del Fuoco

È quindi dalla Questura di Bergamo che è partito l’ordine di far togliere lo striscione? Secondo l’AGI fonti vicine alla Questura di Bergamo hanno motivato la rimozione dello striscione alludendo a «ragioni di ordine pubblico». E che la richiesta sia partita proprio dalla Questura lo conferma il comandante dei Vigili del Fuoco Calogero Turturici: «abbiamo ricevuto una chiamata dalla questura – ha dichiarato il comandante a Repubblica – in cui ci veniva chiesto un supporto tecnico» per  una decisione «presa dal dirigente del servizio di ordine e sicurezza pubblica predisposto dalla questura» in occasione della visita di Salvini.

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Lo striscione non era ignifugo, così un fan di Salvini su Twitter

Secondo Turturici ai Vigili del Fuoco che hanno portato a termine l’intervento non sono state fornite motivazioni. E al momento non è chiaro se la Questura prima di chiedere l’intervento dei pompieri abbia chiesto ai proprietari dell’immobile di rimuovere lo striscione “incriminato”. A notare lo striscione non sono quindi stati i Vigili del Fuoco ma la Digos che stando a quanto appreso dall’AGI hanno notato quel “non sei benvenuto” durante i sopralluoghi e hanno richiesto l’intervento dei pompieri al fine di “evitare possibili disordini”. Anche se dal video pubblicato sui social non sembra che sotto lo striscione si fosse radunata una folla di pericolosi facinorosi, anzi non c’era proprio nessuno.. Salvini ha detto di essere all’oscuro della decisione presa dalla Digos e dalla Questura di Bergamo. Peccato, altrimenti avrebbe sicuramente mandato baci, abbracci e il kit pane&nutella anche a quei rosiconi di Brembate.

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