Il servizio del Tg2 sul killer che ha sparato a Noemi che sembra uno spot per la Camorra

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-13

Qualche giorno fa il telegiornale della seconda rete Rai ha mandato in onda un servizio molto pulp di Francesco Vitale sull’arresto di Armando Del Re. Un minuto e venti di velati insulti e prese in giro all’uomo che ha sparato a Noemi dove però alla fine sembra quasi che si stia dicendo che quello non è un vero camorrista perché non sa nemmeno sparare bene e non ha avuto l’onore di costituirsi dopo “aver commesso una fesseria”

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Francesco Vitale non è un giornalista qualsiasi: caporedattore della Cronaca del TG2, inviato speciale per la Rai in Afghanistan e in Iraq ha iniziato la sua carriera negli Anni Ottanta per L’Ora di Palermo ed è stato corrispondente per l’Unità dal capoluogo siciliano. Eppure qualche giorno fa il Tg2 ha mandato in onda un suo servizio agghiacciante sul fermo di Armando Del Re, l’uomo che ha sparato a Noemi, una bambina di 4 anni, rimasta gravemente ferita durante un agguato a Salvatore Nucaro.

L’assurdo servizio del Tg2 sull’onore dei killer di Noemi

Di resoconti enfatici e dal tenore ben poco giornalistico sull’agguato di cui è rimasta vittima Noemi se ne sono sentiti tanti. Dall’accento quasi cinematografico sulla circostanza che il proiettile usato fosse “full metal jacket”, vale a dire incamiciato, come la maggior parte dei proiettili usati al giorno d’oggi a quello riguardo sul fatto che il proiettile che ha colpito la bambina fosse “grande quasi quanto il suo cuore”. Ma fino ad ora non si era mai letto, o sentito, un servizio come quello confezionato da Vitale.

Il cronista, in barba al principio della continenza verbale e della pertinenza della notizia non si risparmia e non risparmia i commenti. Un minuto e venti di cronaca dove Del Re viene definito “uomo di niente“, preso in giro perché “stretto nella sua felpona gialla” che aveva addosso quando è stato arrestato. Un indumento che lo rende “goffo, perfino ridicolo”. Vitale si sofferma anche sullo sguardo “da aspirante capetto senza onore“, che lo fa diventare un “killer di due lire”. Siamo ad appena dieci secondi dall’inizio del servizio andato in onda durante l’edizione delle 13 del 10 maggio scorso.

Il sicario che “non sa nemmeno fare il suo lavoro”

Ma è solo l’inizio perché l’autore del servizio continua definendo Del Re «un killer di Serie C visto che per uccidere ha svuotato l’intero caricatore della sua pistola senza riuscire nemmeno a portare a termine la sua missione di morte». Sembra quasi che Vitale deplori non solo il gesto criminale di aver ferito quasi mortalmente una bambina innocente ma anche quello di non essere nemmeno stato in grado di fare il suo lavoro. Un dubbio confermato dalla frase successiva dove si spara un’altra salva di aggettivi e giudizi sul sicario: «una cosa inutile, un quaquaraquà uno che quasi uccide una bambina di 4 anni perché nemmeno sa sparare».

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Che sia una critica alla mancanza di formazione dei camorristi? Il Tg2 incalza: «una cosa avrebbe dovuto imparare nella sua vita visto che si atteggiava a malamente ma manco quella era in grado di fare: vuoto a perdere». Davvero si sta dicendo che se almeno Del Re fosse riuscito ad uccidere il suo vero obiettivo se non altro avrebbe potuto essere soddisfatto di aver fatto un buon lavoro con la piccola Noemi come spiacevole danno collaterale? Ma è nel finale che Vitale dà il meglio di sé, quando parlando dei due fratelli dice che «nemmeno la dignità di costituirsi hanno avuto, come prevede il codice d’onore delle mafie quando commetti una fesseria». Si continua a raccontare la storia che i camorristi hanno un “codice d’onore” che gli impedirebbe di sparare ai bambini, cosa smentita da numerosi agguati nei quali sono morti o sono rimasti feriti proprio dei bambini (e che onore ci sarebbe invece nello sparare ad un innocente adulto?).

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E ancora peggio tutta la vicenda, l’aver sparato ad una bambina viene definita “fesseria”. O meglio, sono le mafie a chiamarla così, e il fatto che un cronista utilizzi lo stesso linguaggio è sconcertante. Ma del resto i due non vengono definiti nemmeno camorristi ma «due balordi aspiranti camorristi» che «l’onore non sanno nemmeno cosa sia». Qualcuno scrive su Facebook che più che un servizio giornalistico sembra essere una nota stampa della Camorra che si dissocia dal gesto di Del Re. Senza dubbio non era questo l’intento di Vitale, magari il servizio è stato tagliato e ridotto a queste frasi fatte, oppure lui voleva solo prendere in giro il linguaggio della malavita e le sue giustificazione. Magari non si è accorto del senso complessivo di quello che stava dicendo.

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