Catiuscia Marini lascia e attacca il PD

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-17

Marini in un’intervista al Messaggero ha attaccato furiosamente il Partito Democratico, che l’avrebbe trattata così perché donna

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Ieri, dopo la pubblicazione dell’intercettazione del disabile sfavorito nei concorsi della sanità in Umbria, Catiuscia Marini lascia la presidenza della Regione anche se Zingaretti non glielo ha chiesto ufficialmente ieri. Marini in un’intervista al Messaggero ha attaccato furiosamente il Partito Democratico, che l’avrebbe trattata così perché donna e potrebbe fare la fine di Ignazio Marino:

«Mi sono dimessa da presidente della Regione Umbria per tutelare le istituzioni e per difendermi. Ma il Pd non può essere così giustizialista per inseguire il M5S: siamo ancora alla fase delle indagini, non si è celebrato nemmeno il processo. Ecco, alla fine non vorrei essere l’Ignazio Marino di Zingaretti. E comunque ho un dubbio»

Quale, Catiuscia Marini?
«Se fossi stato un presidente uomo il mio partito si sarebbe comportato alla stessa maniera? Ho letto brutte dichiarazioni e ho notato atteggiamenti che non mi sono piaciuti».

Come ha maturato la decisione di dimettersi?
«Dopo un confronto con la giunta, la maggioranza e il mio avvocato ho deciso di lasciare per essere libera di difendere la mia onorabilità. Rimanere in carica non me lo avrebbero permesso in pieno. E poi, con questo clima, se fossi rimasta a capo della Regione la gogna sarebbe stata continua. Questa scelta, invece, mi permette di affrontare a testa alta l’indagine: non mi voglio vergognare ad andare in giro per la mia regione, per le città. Chi mi conosce lo sa: non sono attaccata alla poltrona e la mia storia lo testimonia».

L’inchiesta sulla sanità umbra che la vede coinvolta – e che ha portato agli arresti domiciliari di un suo assessore, del segretario del Pd e di due dirigenti dell’Asl – offre però uno squarcio inquietante.
«Per quanto mi riguarda sono tranquilla. Non ho mai parlato con nessuno del mio decreto per le assunzioni».

Le ha fatto effetto rileggere la sua intercettazione, premesso che tutti noi al telefono spesso parliamo in libertà e a volte fuori registro?
«A dire il vero, vorrei capire bene i contorni dell’inchiesta. Sono tranquilla, lo dico sul serio, voglio solo che emerga tutta la verità. Ecco perché ho deciso di fare un passo indietro».

Ma si è sentita scaricata dal Pd?
«No, questo no. Di sicuro non volevo essere un ingombro, ho grande rispetto per la comunità democratica e per i candidati sindaco delle prossime amministrative. La mia permanenza, forse, avrebbe potuto danneggiarli».

Leggi anche: L’inchiesta sui concorsi ospedalieri truccati della Regione Umbria

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