FAQ
Casalino e i tecnici del Ministero che non devono dormire la notte
Giovanni Drogo 26/09/2018
Ieri sera a Di Martedì il portavoce del presidente del Consiglio ha continuato a minacciare i tecnici del Ministero dell’Economia che non riescono a trovare 10 miliardi per il Reddito di Cittadinanza perché non pensano abbastanza agli italiani poveri che prendono meno di 780 euro al mese. E chissà come dorme lui, che prende 169mila euro all’anno
Ieri a Di Martedì Rocco Casalino ha spiegato il senso del suo famoso messaggio audio sulle purghe al MEF qualora i tecnici del Ministero non riuscissero a trovare le coperture per il Reddito di Cittadinanza. Nel messaggio Casalino se la prendeva con quei tecnici che non riuscivano a trovare 10 miliardi di euro per il RdC. «Ho semplicemente trasmesso la linea del MoVimento 5 Stelle», ha detto il portavoce del Presidente del Consiglio ad Andrea Scazzola.
Il senso di Rocco Casalino per l’economia
Eppure nel 2015 il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio dichiarava che «per il reddito di cittadinanza le coperture pari a 16.961.000.000,00 € ci sono e sono state certificate una ad una al contrario dei numeri di aria fritta sulla crescita del Pil o della disoccupazione forniti a giorni alterni dal governo». Di Maio faceva anche un elenco delle voci di spesa da tagliare e del relativo gettito generato per un totale di 17 miliardi. Ad esempio 2,5 miliardi di euro sarebbero derivati da «tagli alle spese militari relativi ad investimenti pluriennali per sistemi d’arma». Con questo taglio, spiegava l’allora vicepresidente della Camera «si destinano al reddito di cittadinanza le risorse prima destinate all’acquisto degli F35». Peccato che una volta al governo il M5S abbia confermato il programma di acquisto degli F35.
Ora che il MoVimento 5 Stelle è al governo quei soldi non si trovano più. Poco male, in fondo da quando ha vinto le elezioni il M5S si è perso per strada 30 miliardi di euro di tagli che erano pronti con un decreto da firmare in venti minuti. Casalino però ci tiene a spiegare i termini della questione, facendo una piccola “lezione” di economia ai tecnici del Ministero dell’Economia: «cioè l’Italia non è un paese ricco, oltre 1.700 miliardi di PIL… stiamo parlando di 10 miliardi. È come se un padre di famiglia che guadagna 1.700 euro dice “non ho 10 euro per le medicine di mio figlio”». Questa frase dimostra in modo molto chiaro che il portavoce del premier non sa di cosa sta parlando. Innanzitutto il PIL non è interamente nelle disponibilità dello Stato, ovvero quei 1.700 miliardi di ricchezza prodotta in un anno da lavoratori e imprese del nostro Paese non finiscono nelle casse dello Stato. Il Reddito di Cittadinanza dovrebbe invece essere finanziato con le tasse (e con i tagli alla spesa). Poi Casalino dimentica un piccolo particolare: il debito pubblico. Che a luglio 2018 ammontava a 2.341,7 miliardi di euro (all’incirca il 130% del PIL). Quindi per tornare al paragone di Casalino, che non ha alcun senso perché paragona mele e pere, è come se un padre di famiglia che ha un reddito lordo annuo pari a 1.700 euro ed un debito proprio di 2.300 euro dicesse di non riuscire a trovare 10 euro per le medicine. Strano che il giornalista de La 7 non abbia fatto notare queste incongruenze
Quando il MoVimento 5 Stelle prometteva di dimezzare lo stipendio dei parlamentari
Il punto del contendere sono ovviamente le minacce – che qualcuno ha definito “mafiose” – ai tecnici del MEF. «Sono così intoccabili i burocrati?» si chiede Casalino che dimostra di non avere piena fiducia nell’operato degli apparati statali quando aggiunge «Sicuramente ci saranno uomini di stato che fanno bene il loro lavoro…lo fanno tutti?». Curioso che un dubbio del genere venga espresso proprio nel giorno in cui si è venuto a sapere che al Decreto Genova mancavano le coperture e che il testo inviato dai ministeri a via XX settembre era lacunoso, spesso accompagnato da puntini di sospensione.
La ricetta di Casalino è semplice i tecnici del Ministero «non devono dormire la notte perché devono essere preoccupati del fatto che ci sono degli italiani che vivono al di sotto di 780 euro e che non hanno i soldi per mangiare. E quindi la risposta non può essere “non ci sono i soldi”. Non devono dormire la notte e guardare ogni singola voce di bilancio per trovare quelle risorse che servono ai più deboli».
A molti telespettatori non è sfuggito un dettaglio: il maxi stipendio di Casalino (che guadagna più di Conte). Chissà se anche lui riesce a dormire la notte sapendo che ci sono italiani che prendono meno di un decimo di quello che guadagna lui. Ma sicuramente lo stipendio del portavoce del premier è più che giustificato, visto che non solo deve avere a che fare con quelle teste di burocrate dei tecnici del MEF ma pure con i parlamentare a 5 Stelle. I quali non risulta abbiano problemi a dormire la notte. Perché quando Di Maio prometteva di aver trovato 30 miliardi di euro di sprechi aveva detto che nel famoso decreto da approvare in venti minuti al primo punto c’era il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari della Repubblica.
Il 2 marzo 2018 il candidato premier del MoVimento presentò il suo primo decreto dicendo «al primo punto dimezziamo lo stipendio ai parlamentari della Repubblica, al secondo punto togliamo i vitalizi ai politici e al terzo punto di questo decreto tagliamo 30 miliardi di sprechi e privilegi e li rimettiamo in aiuti verso aiuti alle famiglie che fanno figli, a chi perde il lavoro e ai pensionati». Se i tecnici del Ministero non devono dormire la notte per trovare 10 miliardi cosa devono fare gli eletti del MoVimento 5 Stelle che dal giorno dopo delle elezioni si sono persi 30 miliardi e hanno accuratamente evitato di parlare del taglio del loro stipendio? Come possono dormire la notte sapendo che ci sono italiani che prendono meno di 780 euro al mese? Niente paura, Di Maio ha già un piano: l’abolizione della povertà.