Fact checking
Carlo Martelli e Andrea Cecconi: così le Iene hanno seccato altri due parlamentari a 5 Stelle
Alessandro D'Amato 09/02/2018
Ieri hanno annunciato la rinuncia al seggio, che però non ha alcun valore. Dietro ci sarebbe un grosso problema con le rendicontazioni e un servizio delle Iene già girato e in arrivo. Nel loro futuro un posto in Parlamento fino a quando le camere di appartenenza lo vorranno
Le Iene hanno abbattuto Carlo Martelli e Andrea Cecconi. Il deputato e il senatore che non davano segni di vita (politica) da quando era uscito un post sul blog delle stelle in cui veniva detto che non erano a posto con le rendicontazioni ieri in un’uscita concordata con la direzione (Luigi Di Maio) hanno annunciato che rinunciano al seggio parlamentare già acquisito (sono entrambi capolista nelle Marche e in Piemonte) come ha fatto Emanuele Dessì: anche nel loro caso, come in quello del parlamentare laziale, la rinuncia preventiva non vale nulla e i loro nomi saranno comunque nella scheda elettorale.
Carlo Martelli e Andrea Cecconi: la rinuncia preventiva al posto in Parlamento
Ma basta il pensiero, pensa il MoVimento 5 Stelle che non ha voluto rivelare cosa abbiano combinato i due. Pare però che, come all’epoca delle firme false, dietro la vicenda ci siano le Iene che hanno già girato un servizio con Cecconi e Martelli nel quale dimostrano che i due avevano violato le regole del MoVimento 5 Stelle. Scrive Ilario Lombardo sulla Stampa:
Il Movimento ha un procedimento aperto su di loro davanti ai probiviri, ma nella scansione di quei giorni qualcosa non quadra. Quando, il 4 febbraio, il blog interviene, indicando che c’è un problema su Cecconi e Martelli, lo fa per mettere le mani avanti: ma a quel punto c’è già stata un’incursione delle Iene sul caso Cecconi. Lo sappiamo da tre fonti qualificate e convergenti. Hanno materiale, da vedere è solo quando e come uscirà su Mediaset.

Il caso sta per deflagrare. Ieri sul blog delle stelle è apparso un post firmato direttamente da Di Maio in cui si attaccano preventivamente molti media (significative anche le assenze, i non attaccati), ma soprattutto Mediaset (e Rai): «Mediaset è di proprietà di Berlusconi, il traditore della Patria il cui nome è presente nel simbolo della principale forza politica del centrodestra pur essendo condannato in via definitiva e incandidabile».

Il silenzio dei 5 Stelle, alla faccia della trasparenza sbandierata, fa presagire brutte notizie quando andrà in onda il servizio. Cecconi – al di là della “rinuncia” (impossibile) alla candidatura, non è liquidabile, fu a lungo capogruppo del M5S, e conosce informazioni vitali, per esempio le istruzioni che dava (attraverso corrieri Dhl) Casaleggio senior.
Così le Iene hanno segato due onorevoli a Di Maio
Luca De Carolis sul Fatto fa notare che sul sito tirendiconto.it nel caso di Cecconi risultano non rendicontati i mesi di novembre e dicembre 2017 (lo stesso vale per molti suoi colleghi: le restituzioni arrivano spesso con settimane di ritardo). Il profilo di Martelli invece è completamente verde, il che significherebbe che è tutto a posto: “Spulciando nei file, però, si scopre che dei 47 bonifici effettuati da marzo 2013, solo in 17 casi compare la parola “eseguiti”: sono quelli degli ultimi due anni. I precedenti 30 sono bonifici “inseriti ”o “richiesti”: è la dicitura che compare quando la banca prende in carico un ordine di pagamento, il correntista ha poi un lasso di tempo in cui la disposizione può essere revocata”.
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Ecco quindi che la situazione si fa più chiara: Martelli e Cecconi per ora rinunciano a quello a cui non si può rinunciare attraverso il modulo-buffonata presentato da Luigi Di Maio sul blog delle stelle (e infatti ieri il Viminale ha dato il via libera alle candidature e in lista c’è anche Dessì che aveva detto di aver firmato il modulo).

La rinuncia al seggio non è valida
Poi, dopo le elezioni, il M5S si renderà conto che delle candidature si occupino le camere di appartenenza come prevede in primo luogo la Costituzione, che all’articolo 66 stabilisce: “Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità”. A quel punto le eventuali dimissioni di Cecconi, Dessì e Martelli dovranno essere votate dal parlamento dove ad oggi è difficile che il M5S abbia la maggioranza e dove è rimasto impiccato per cinque anni Giuseppe Vacciano, senatore a 5 Stelle che le dimissioni le ha date per cinque volte rimanendo in parlamento.

I tre impresentabili quindi rimarranno in parlamento senza potersi iscrivere al gruppo del MoVimento 5 Stelle e rimanendo quindi fuori da ogni incarico. Insieme rimane il dubbio già tirato fuori all’epoca del caso Dessì: chi non è in grado di controllare i propri parlamentari sarebbe in grado di controllare un paese?









