Autostrade, gli aumenti a luglio alla faccia di Toninelli e Di Battista

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-06-14

Incremento sostenibile per Autostrade, mentre per A24 e A25 si parla di un aumento di un quinto dei pedaggi. Perché il ministero non ha mai dato i soldi per la manutenzione

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Scattano il primo luglio 2019, in contemporanea con l’utilizzo da parte di milioni di cittadini, gli aumenti sulle autostrade nel 2019. E questo anche se qualcuno – Alessandro Di Battista – vi aveva raccontato che “il miglior ministro di questo governo” – Danilo Toninellili aveva bloccati.

Autostrade, gli aumenti a luglio alla faccia di Toninelli e Di Battista

Soltanto sei mesi fa gli adeguamenti erano stati congelati dopo una lunga e difficile trattativa tra concessionari e ministero dei Trasporti,  e infatti al Mit avevano quantificato in 90 milioni di euro i risparmi di Capodanno per gli automobilisti. Ma l’Aiscat, l’associazione che rappresenta i concessionari, ha chiesto che gli aumenti venissero in qualche modo restituiti visto e considerato che lo schema, in mancanza di un intervento riformatore, è fissato da leggi e convenzioni siglate tra lo Stato e le società private.

L’incremento chiesto da Autostrade per l’Italia è il più contenuto (andare da Roma a Milano costerebbe da luglio circa 30 centesimi in più, cioè si passerebbe da 42,90 euro a 43,20), mentre Strada dei Parchi, gestita dal gruppo Toto che a quanto pare aveva fatto anche un pensierino per entrare in Alitalia, chiede una crescita della tariffa pari al 19%, aumentando così di un quinto gli introiti per gli automobilisti.

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Autostrade, gli aumenti del 2019 (Il Messaggero, 14 giugno 2019)

Questo perché SdP ha con il ministero un contenzioso aperto che riguarda la manutenzione e la messa in sicurezza di alcuni tratti. L’aumento dei pedaggi del 12,8% scattato ad inizio 2018, complice la serrata mobilitazione dei sindaci laziali ed abruzzesi, era stato congelato dal concessionario dal primo ottobre fino alla fine dell’anno. Alla fine dello scorso anno, poi, in un balletto di annunci, gli aumenti dei pedaggi erano stati sterilizzati, fino a giugno, anche quello del 5,4 per cento scattato “secondo parametri oggettivi previsti dalla legge” dal primo gennaio 2019.

Sdp cita anche il Piano economico finanziario (Pef), non rinnovato dal 2014, sul quale c’è una interlocuzione con l’Ue: il piano prevede tra le altre cose la messa in sicurezza strutturale antisismica delle due arterie in attuazione di una norma prevista nella legge di stabilità del 2012, dopo il terremoto dell’Aquila del 2009, che considera le A24 e A25 strategiche in caso di calamità naturale. Ma i soldi del ministero non sono mai arrivati.

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